“Aulularia” (Commedia della Pentola o La Pentola d’oro) e’ una commedia di Plauto in cui i motivi principali sono l’avarizia, l’avidita’, l’insaziabilita’, la lussuria e l’oro. Il tema si basa sull’avidita’ di Euclion e sulla sua sete insaziabile di denaro. In una maniera cosi’ semplice Plauto ci parla di tutti i lati ridicoli e disastrosi dell’avidita’, per cui prima di tutto soffrono i nostri piu’ cari e vicini. Grazie al suo linguaggio semplice e ricco di figure retoriche, alla sua liberta’ di espressionei lettori di oggi riescono facilmente a godersi tutta la bellezza di questa meravigliosa opera letteraria. Lo scrittore principalmente deride tutte le charatteristiche umane. Anzi, alcuni eventi disgraziati e tragici sono descritti in maniera comica ed interessante da leggere. La composizione e’ interna, cioe’ consiste di quattro atti, pero’ c’e’ anche un atto esterno.
Nella parte introduttiva Euclione scopre nel suo giardino una pentola piena d’oro, sepolta da suo nonno e subito la nasconde. Nel secondo atto, Megadoro – un suo vicino di casa, desidera sposarsi con Fedra, la figlia di Euclione. Durante il terzo atto la pentola d’oro scompare, pero’ Liconide riesce a risolvera la confusione. L’ultimo atto ci porta lo scioglimento della trama. Euclione alla fine ottiene il suo tesoro, mentre Liconide ottiene sua figlia Fedra.
Oltre a tutti i personaggi umani, c’e’ anche un personaggio fantastico e particolare: il Lare domestico. Altri personaggi sono Euclione (aulularia), Fedria (la figlia di Euclione), Stafila (la vecchia serva di Euclione), Megadoro (un vicino di casa di Euclione), Eunomia (la figlia di Megadoro), Liconide (il figlio di Eunomia), Strobilo (il servo di Liconide), Antrace e Congrione (I due cuochi) e Pitodik (un servo).
Genere letterario: commedia
Luogo dell’azione: la citta di Atene (a casa, in tempio, in bosco…)
Tempo dell’azione: non definito
Il tema dell’opera: l’avidita’ di un vecchiotto che influisce male nei confronti della sua famiglia
L’ idea dell’opera: ognugno di noi ottiene quello che merita e quello che desidera
Riassunto
La trama inizia nel momento in cui Euclione scopre una pentola piena d’oro. Euclione rappresenta un tipico vecchiotto avaro che trova la pentola, sepolta da suo nonno nel giardino della casa, e poi la nasconde che altri non la trovino. Da quel momento il personaggio assume i tratti di pura pazzia e la pentola d’oro diventa il suo unico pensiero che inizia a condizionare il suo modo di pensare. Intanto Liconide corteggia Fedria, la figlia di Euclione. Megadoro, consigliato dalla sorella, si reca alla casa di Euclione per chiedergli la mano di sua figlia. Euclione acconsente perche’ Magadoro e’ disposto a non ricevere la dote.
Euclione va a seppelire la pentola nel bosco. Strobilo, servo di Liconide, ruba all’improvviso la pentola d’oro. Liconide prega Megadoro per la mano di Fedra. Poi, nella casa di Euclione appare il Lare domestico. E’ una figura provenuta dalla religione romana che qui appare come un monologo esterno e ha il ruolo di narrarci la storia di un vecchio e della sua avidita’. Euclione, il nipote di quel vecchio, e’ avaro ugualmente come suo nonno. Pero’, Fedria ogni giorno sacrifica al Laro domestico qualche cosa e lui, per riguardo alla ragazza, da modo ad Euclione di trovare il tesoro perche’ gli sia piu’ facile trovare marito per sua figlia. Cioe’, riesce a facilitare il matrimonio della fanciulla col suo seduttore.
Il Lare domestico anzi incita Megadoro a chiedere la mano della ragazza e poi aiuta Liconide a sposarsi con la fanciulla. Euclione grida a Stafila intendendo di cacciarla via dalla casa perche’ e’ convinto di essere perseguitato proprio da lei. Lei se ne va e si reca alla piazza dove il capo della citta’ sta per condividere l’argento. Eumonia consiglia a suo fratello Megadore di sposarsi. Loro due provengono da una famiglia benestante e ricca.
Megadoro ed Euclione s’incontrano salutandosi con gentilezza. Pero’, essendo sospettoso, Euclione s’affretta a controllare se la sua pentola sia ancopra al suo solito posto, nascosta da tutti. Megadoro gli spiega di essere venuto per chiedergli la mano di sua figlia e Euclione accetta perche’ Megadoro non chiede niente in cambio della mano della ragazza. Tutti s’inoltrano verso la casa di Euclione per preparare la ceremonia delle nozze per Megadoro e Fedria.
Euclione, udendo un gran baccano e vedendo aperta la porta di casa sua, rimane spaventoso pensando che qualcuno lo stia saccheggiando. Segue la disputa tra Congrione, il cuoco ed Euclione. Euclione, sempre di piu’ diffidente, colpisce di seguito Congrione tenendolo un ladro. Ben presto la confusione viene risolta e Euclione manda Congrione a continuare ad esercitare il suo solito mestiere. Euclione di nuovo sospetta che Megadoro abbia sistemato tutto cio’ per poter piu’ facile rubargli la pentola d’oro. Entra adesso Megadoro e parlando con se stesso ci aiuta a concludere quanto sia onesto, senza nessun intenzione nascosta.
Megadoro adesso pensa ad alta voce, mentre Euclione lo ascolta di segreto. Alla fine loro due parlano, ma Euclione continua a temere per il suo tesoro e percio’ decide di nasconderlo dentro il Tempio della Fede. Strobilo sa che Liconide ama Fedria e per questo intende proprio lui di sposarla. Strobile segue Euklion. Liconide prega la madre di spiegare allo zio Megadore che lui ami Fedria e di persuaderlo di rinnunciarsi alla ragazza.
Fedria partorisce un bimbo, frutto di una violenza subita da parte di Liconide, il che rende tutta la confusione piu’ facile. Arriva Strobilo con la pentola d’oro. Euclione appena rende conto che la sua pentola non c’e’ piu, rimane impazzito.
Alla fine, una parte della confusione viene sciolta. Viene Strobilo dicendo a Liconide di aver trovato una pentola d’oro. Liconide gli ordina di restituire il tesoro ad Euclione. Qui la storia conclude perche’ la vera fine dell’opera e’ persa col tempo. Pero’, si presume che Liconide abbia restituito il vaso ad Euclione e cosi’ riesce ad ottenere la mano della sua amata Fedria.
Personaggi: Euclione, il Lare domestico, Fedria, Liconide, Strobilo, Stafila, Eunomia, Megadoro, cuochi, schiavi…
Analisi dei personaggi
Euclione – un vecchiotto povero e molto religioso. Un giorno, coll’aiuto del Lare domestico trova nel giardino della casa una pentola d’oro, nascosta qui molto tempo fa da suo nonno. Da quel momento la pentola diventa la sua ossessione e lui comincia a vivere con la paura che qualcuno possa usarlo e saccheggiarlo. Diffidabile, sospettoso, egoista, avaro ed avido. Aveva una figlia che doveva sposarsi, ma lui, temendo di dover dare la dote in cambio della sua mano, faceva finta di essere povero. Cercava in mille modi di trovare un posto ideale per poter nascondere la sua pentola, cosi’ che nessuno riesca mai a trovarla. L’avidita’ regna la sua anima a tal punto che la ricchezza diventa piu’ importante della sua felicita’ e del suo amore patterno. Pian piano leggendo l’opera i lettori si rendono conto che Euclione stia perdendo sempre di piu’ la ragione. Diventa paranoico e sospettoso che ognuno chi gli si avvicini possa sottrargli il suo tesoro. Lui e’ un esempio perfetto di tutto cio che ci puo’ capitare se siamo concentrati solo sulle cose materiali. Se alla fine ci riusciamo, spesso perdiamo tutto il resto che ci possa rendere felici. Lui infine ottiene la sua pentola d’oro, ma rimane da solo, abbandonato da tutti. Per fortuna, lui non se ne importa affatto.
Fedria – la figlia di Euclione, innamorata di un suo vicino di casa, Liconide. Essendo anche lui innamorato della ragazza, ottengono un bambino e si suppone che alla fine si sposino. Fedria e’ il simbolo della bonta’. E’ condotta dall’amore e dai sentimenti, non dalla ricchezza. E’ pronta a rinunciarsi a tutto il materiale per poter stare con quello che ama. Lui non e’ per niente stupida. Cerca continuamente di trovare un modo di avvicinarsi al padre e di ottenere da lui la sua bennedizione e l’appoggio materiale. Non intende fargli del male, ma dall’altra parte non vuole sostenerlo ed umiliarsi davanti a lui. In modi furbi cerca di avverare il suo scopo. Per fortuna, il suo scopo e’ giusto e benevole e percio’ viene aiutata dai dei. Alla fine riesce a realizzare la sua felicita’ coll’uomo che ama.
Liconide – innamorato di Fedria. A lui non importa che lei e’ povera e che suo padre intende dargliela senza dote. E’ determinato a conquistarla, a sposarla e a spendere la sua vita con lei e con loro bambino. Per carattere e’ simile a Fedria perche’ farebbe tutto il possibile per la sua amata. E’ coraggioso, ma anche impetuoso. Tuttavia, anche lui si serve della furbizia per ottenere cio’ che vuole e ama. Proprio grazie alla sua onesta’ e sincerita’ riesce a conquistare Fedria. Dopo aver ammesso a suo zio di amare Fedria e che lei porti il suo figlio, riesce ad ottenere la sua bennedizione per poter sposare la sua amata. Cosi’, questa storia ha una fine felice proprio per la bonta’ di questi personaggi.
Il Lare familiare – il dio domestico. Il protettore del focolare familiare. Il simbolo del calore e della sicurezza familiare. Gioca con i personaggi per insegnargli i valori giusti e morali della vita.
Plauto biografia
Plauto (attorno 254. -184. a.C) e’ uno dei piu’ grandi commediografi romani. Per un certo periodo era un semplice lavoratore nel teatro, poi faceva l’attore e anzi per alcuni debiti era costretto a lavorare come schiavo in un mulino. Con sicurezza sappiamo che scrisse 21 opere, ma dall’altra parte si suppone che abbia scritto circa 100 commedie. Quelle piu’ famose sono “Menaechmi”, “Il soldato farfarone” (Miles gloriosus) e “La commedia della pentola” (Aulularia).
Nelle sue opere ci parla della vita familiare e sociale. Il tessuto sottile della commedia greca s’intreccia con elementi ridicoli in mezzo a cui vengono inseriti anche gli inserti musicali e cosi’ li adatta al gusto del pubblico romano, di un pubblico interessato prima di tutto al divertimento. La caratteristica principale delle sue commedie e’ l’intrigo in cui si insiste sull’importanza dello schiavo, dei dialoghi vivaci e del linguaggio popolare. I personaggi sono chiaramente raffigurati e spesso anche messi in caricatura.