Candido (o l’Ottimismo) e’ un romanzo filosofico. E’ pieno dell’umorismo e di numerose situazioni che capitano ad un povero ragazzo. A parte tutte le disgrazie in cui cade, lui non perde la fede imparata dal suo maestro che gli insegna che il nostro mondo e’ il migliore dei mondi possibili e che tutto cio’ che esiste ha una ragione di esistere. Secondo la dottrina del suo maestro il ragazzo Candido sta analizzando ogni disgrazia che gli capita mentre sta errando per questo mondo. Il suo amore verso la bella Cunegonda fa muovere tutti gli avvenimenti e disgrazie incoraggiandolo a credere che tutto debba essere proprio com’e’.
Tutte le situazioni in cui cade gli fanno concludere che nel mondo in cui vive solo disgrazie possano soppravivere e durare. Nella sua giovane vita deve affrontare molti tristi momenti; viene picchiato, frustato, anzi alcune volte viene truffato e derubato, e tutto cio’ a causa della sua inesperienza, ingenuita’ e fede nella bonta’ umana.
La trama del romanzo non segue alcuni collegamenti tra i personaggi descritti in un modo atipico. Infatti, vengono descritti in modo superficiale senza forti caratteristiche emozionali. Cosi’ lo scrittore raggiunge un effetto particolare, cioe’ invece di descrivere i suoi personaggi in modo realistico, pone l’attenzione e l’accento sulla narrazione umoristica che si estende attraverso l’intero romanzo. Grazie alle discussini e concetti filosofici tra varia gente provenuta da vari classi sociali e grazie al suo ottimo modo di collegare alcuni concetti e idee non collegabili, l’intero romanzo ottiene una nota lieta. Nonostante la vita paradossale di Candido, piena di numerose disgrazie, lui non smette di credere nella perfezione del mondo che lo circonda.
Seguendo il protagonista attraverso numerose situazioni, i lettori riescono a percepire l’atteggiamento dell’autore verso guerra, violenza, stupidita’ umana, mancanza di rispetto verso il prossimo, intoleranza religiosa e sottovalutazione.
Dopo tante esperienze vissute, il ragazzo diventa abbastanza saggio e maturo per capire che, se la vita in cui crede veramente diventi perfetta, lui dovrebbe costantemente lavorare sulla sua perfezione e miglioramento senza mai lasciarsi andare al caso. Un saggio consiglio di un Turco apre a Candido una nuova visione sulla vita: “La Guerra ci allontana da tre grandi mali: dalla noia, dal vizio e dalla poverta’.” Alla fine, imparato quella saggezza, dice: “Ma dobbiamo coltivare il nostro proprio orto.” Probabilmente si rifersce alla sua vita prima e dopo quella conoscenza.
Genere letterario: romanzo filosofico
Luogo dell’azione: una vasta gamma di diversi paesi e citta’, indefinito
Tempo dell’azione: non definito
Il tema dell’opera: avventure dell’ingenuo e credulo Candido
L’idea dell’opera: filosofare senza azione porta solo disgrazie e insoddisfazione di se stessi
Riassunto
Candido e’ cresciuto in uno splendido castello insieme ai figli del barone. Il suo insegnante era Pangloss, un fisico e filosofo molto istruito. Secondo lui tutto in questo mondo e’ creato con uno scopo: “I nasi sono creati per portare gli occhiali.” Pangloss era in rapporto intimo con una cameriera. Passegando per un boschetto, Cunegonda – la figlia del barone, li becca nell’atto amoroso. Pensava che il maestro stesse dando alla cameriera “la lezione della fisica sperimentale”. Siccome anche lei era inclina alla scienza, decide di usare Candido per lo stesso sperimento. All’inizio “della lezione di fisica” li becca il barone che poi caccia via Candido a calci nel sedere.
Siccome l’intera sua infanzia era nelle mani del fisico Pangloss, il giovane e’ cresciuto senza fare nessuna esperienza e percio’ era molto ingenuo e non abituato alla crudelta’ del mondo in cui viveva. Lasciato in balia di se’ stesso, cade nelle mani dei cacciatori bulgari che erano in cerca di alcuni soldati e presto viene a conoscienza della crudelta’ del regime militare, ma ancor sempre cercando in tutte le cose una relazione di causa ed effetto. E’ condannato a morte fino a che viene graziato dal re Federico II che ci si e’ trovato per caso. Vedendo nel ragazzo uno scenziato, gli salva la vita. Ci volevano alcune settimane che i migliori medici lo aiutano a riprendersi.
Intanto scoppia la guerra tra Bulgari e Abari (Francesi). Ambedue i lati davano il meglio per vincere la guerra sul campo di battaglia. Candido, che tremava come un filosofo, era ben nascosto durante quel massacro eroico. Dopo la battaglia lascia il suo nascondiglio e vede le enormi conseguenze del massacro su tutti e due campi. Esausto ed affamato cercava l’elemosina, ma era ridicolizzato ed innaffiato dall’urina umana. Un Olandese lo aiuta dandogli da mangiare e un po’ di soldi.
Il giorno dopo mentre stava passeggiando, s’imbatte in un mendicante “pieno di brufoli fungini, dagli occhi stancati e col punta del naso graffiata”. In lui riconosce il suo ex insegnante Pangloss. Terrorizzato dal suo espetto, lo porta ad una stalla vicina per dargli da mangiare. Allora scopre delle orribili notizie della morte della famiglia con cui era crescuito. L’intera famiglia era brutalmente uccisa, violentata dai soldati bulgari, mentre la loro proprieta’ era completamente distrutta. Candido voleva sapere la causa della malattia del suo insegnante. L’amore che gli regalava la bella cameriera era tanto contagioso che povera ragazza alla fine viene colpita dalla morte. Quindi, a Candido l’amore non porta altro che “un bacio e venti calci nel sedere”. Desiderando aiutare il suo insegnante, chiede all’anabattista Jacques di aiutarlo a guarire. Appena Pangloss si riprende, Candido lo prende come il suo contabile personale e loro due di seguito partono per un viaggio d’affari a Lisbona.
Durante il loro viaggio una devastante tempesta distrugge la nave in cui stavano viaggiando. Muoiono tutti tranne Pangloss, Candido e un marinaio. Riescono a raggiungere la riva su una plancia di legno, mentre il resto del loro viaggio e con un po’ di soldi trascorrono a Lisbona che proprio in quel momento viene colpita da un grave terremoto. Siccome Pangloss era uno studioso cercando in tutte le cose una relazione di causa ed effetto, non era consapevole delle conseguenze della discussione condotta coll’inquisitore, e cosi’ ben presto si trova tra gli arrestati. Dopo il terremoto fatale “l’Universita di Coimbatore decide di sacrificare solennemente alcune persone credendo che lo sia l’unico metodo infallibile per prevenire i futuri terremoti.” Catturano alcune persone tra cui il professore e Candido. Tutti finiscono uccisi tranne Candido che viene brutalmente flagellato. “Lo stesso giorno la terra scosse di nuovo, accompagnata da un devastante tuono.”
Dopo tante picchiate e torture, viene da lui una vecchietta e lo porta con se’. Lo fa entrare dentro una cappanna decrepita, gli da delle erbe medicinali per le sue ferite, i vestiti puliti e un letto. Lo ha curato per un paio di giorni e poi, chiedendogli di stare zitto, lo porta in una casa abbondante di cose deliziose. Allora lo lascia dentro una stanza lussuosa. Fra poco ci entra una donna coperta con un velo. Dopo che Candide le toglie il velo, rimane chioccato. Sotto il velo si nascondeva la sua amata Cunegonda che in qualche modo e’ riuscita a sopravvivere il massacro nella casa di suo padre. Cunegonda era fortunata a diventare la padrona di casa di un capitano bulgaro dopo la morte dei suoi genitori. Fra poco viene venduta ad un Ebreo di nome Asakar, finche’ un giorno un inquisitore non suggerisce la morte sul rogo per calmare il terremoto. La giovane ragazza riconosce Candido e da l’ordine alla sua serva fedele di prendersi cura di lui dopo la frustata.
Proprio all’ora di cena ci arriva il signor Isakar, uno dei padroni della casa, cercando la sua amante Cunegonda. Isakar, preso da un enorme gelosia, cerca di uccidere Candido che, oltre al vestito, ottiene dalla vecchietta anche una spada. Cercando di difendersi, uccide Isakar e qualche istante dopo lo stesso destino capita anche all’inquisitore. Anche lui era uno degli amanti della ragazza. Sulla proposta della vecchietta hanno sellato i cavalli, hanno raccolto i soldi e diamanti scappando subito lontano dal luogo dell’incidente.
Tutti e tre erano derubati in una delle locande dove erano passati per riposarsi. Erano costretti a vendere un cavallo per raggiungere la destinazione di Cadiz. In quella citta’ l’esercito stava preparando l’equipaggio per il loro prossimo viaggio verso Paraguay. Candido, dopo aver dimostrato con successo le sue abilita’ imparate nell’esercito bulgaro, ottiene una fanteria a comandarla. Tutti insieme imbarcano sulla nave, convinti di viaggare verso un paese dove regna solo il bene. La ragazza si ricorda delle sue disgrazie e percio’ la vecchietta decide di raccontare a tutti la sua storia della vita.
Era la figlia del Papa e come la Duchessa si godeva tutti gli onori speciali. Avendo sposato il primo principe del paese la sua vita raggiunge il picco di felicita’. La sua felicita’ non e’ durata a lungo perche’ il suo sposo viene avvelenato dalla sua ex amante. Per riprendersi dallo shock, inizia un lungo viaggio in una barca senza mai raggiungere la sua destinazione desiderata. Viene rapita da un gruppo di pirati tra cui era anche il suo ex amante. Il viaggio poi la porta in Marocco in cui la guerra infuriava. E’ il paese in cui, oltre ai soldi e diamanti, le donne hanno il valore piu’ alto. Capita una lotta per le donne dopodiche tutte rimangono torturate ed alcune di loro anzi finiscono morte. Viene salvata a causa di un sacco dei corpi morti sotto cui stava giaciando. Qualcuno ha detto qualcosa nella sua lingua madre e cosi’ anche lei si fa sentire.
Un vecchiotto porta la ragazza svanita alla casa vicina e ordina a tutti di darle la miglior cura possibile. Il vecchiotto era cortigiano sulla corte della madre della ragazza. Le promette di portarla in Italia, “ma invece di mantenere la sua promessa, lui mi porta in Algeria per vendermi al Deo della provincia.” Dopo quello veniva alcune volte venduta come schiava. L’ultimo aga, al cui Harem apparteneva, stava conducendo la guerra. Stavano difendendo il Harem con le loro proprie vite. A causa della mancanza di cibo hanno mangiato anche due eunuchi. Tocca alle donne, ma alla fine vengono consigliate di non farlo: “Tagliate – dice lui – a ciascuna di quelle signore un pezzo del loro sedere.”
La povera ragazza anche in Russia conduceva una vita stressante, passando per tante locande ed essendo vittima di tante frustrate. Tante volte stava per togliersi la vita, ma il desiderio di vivere era piu’ forte di ogni debolezza attraverso cui passava. Alla fine e’ diventata la serva dell’Ebreo Isakar, e lui regala Cunegoda al vecchiotto.
La nave su cui viaggiavano fra poco si avvicina al porto di Buonos Aires. Ci incontrano il governatore che amava molto le donne: “Cunegonda gli e’ sembrata una delle donne piu’ belle che avesse mai visto.” Subito ha desiderato sposarla. Mentre Cunegonda scambiava dei consigli con la vecchietta, nel porto ci arriva la nave che era in cerca dell’assassino dell’inquisitore. Per salvare se’ stessa e Candido, decide di sposarsi col governatore, mentre Candido si e’ dato alla fuga. Porta con se’ il servo Cacambo che conosceva bene le strade circostanti e di seguito lui lo porta dai gesuiti del Paraguai con l’intenzione di lottare dalla loro parte perche’ loro volontieri prendevano nelle loro file i capitani addestrati dall’esercito Bulgaro.
Arrivati la’, dovevano aspettare per un paio di ore per poter parlare con il gesuita supremo. Cacambo era molto bravo ed intelligente per menzionare a tutti che Candido e il comandante erano Tedeschi. Allora si mettono a sedere ed iniziano a parlare nella loro lingua madre. Dopo aver riconosciuto l’un l’atro e mentre scambiavano i ricordi della loro infanzia sui loro visi si poteva vedere brillare tanta gioia e sorpresa. Il capitano, che credevano fosse morto, era il fratello di Cunegonda. Il giovane barone, felice di rivedere sua sorella, parlava del suo passato e chiaccherava a lungo con Candido. Candido, contento della nuova situazione, avvisa il futuro cognato per quanto riguarda le sue intenzioni nei confronti di Cunegonda. In quel momento il giovane capitano s’arrabbia. Riteneva che Candido non fosse un buon candidato per la mano di sua sorella. Iniziano a combattersi e Candido uccide il giovane gesuita. Per salvarsi, Candido s’infila nel vestito da gesuita, mette sulla testa un cappello e tutti e due si danno alla fuga, mentre il servo Cacambo stava gridando: “Lasciate passare il grande e magnifico comandante!”
Due fuggitivi ben presto attraversano il confine e cosi’ riescono ad evitare il pericolo. Si fermano su un campo per riposarsi e per mangiare qualcosa e all’improvviso vedono due ragazze nude correre incontro a loro. Cercavano di sfuggire a due scimmie. Essendo molto bravo a sparare, Candido uccide una scimmia dopodiche le ragazze scoppiano a lamentarsi. Infatti, le scimmie erano i loro amanti. “Ho salvato la vita di quelle povere creature; se veramente ho commesso un peccato dopo aver ucciso l’inquisitore, ora, siccome ho salvato due giovani vite, tutti i miei peccati dovrebbero essere perdonati.”
Spaventati da morire, si ritirano in fondo del bosco vicino e s’addormentano. Si svegliano legati e circondati dai nativi che si stavano preparando a mangare Candido, vestito da gesuito. Grazie all’astuzia di Cocombo, riescono alla fine a persuadere tutti che Candido in realta’ non sia gesuito e cosi’ lo salvano, mentre i nativi “gli rendono omaggio offrendogli le loro ragazze.”
La strada li mena avanti. Si recano verso Cayen dove li aspettava l’aiuto dai Francesi. Il viaggio era lungo e duro. Hanno consumato tutte le scorte di cibo perdendo anzi tutti i cavalli che ce l’avevano. Allora arrivano ad un fiume sulla cui riva crescevano gli alberi di cocco e ci vedono anche una barca. Mettono i cocchi nella barca e proseguono avanti. A causa dei torrenti della fiume, la barca si spezza e cosi’ erano costretti a continuare a piedi. Gia’ stanchi di camminare cosi’ a lungo, finalmente arrivano in un insolito villaggio dove i bambini giocavano con oro e pietre preziose. In una locanda vicina vengono serviti gratuitamente con un pranzo abbondante. Candido ha pensato che finalmente avessero trovato “quel paese in cui tutto e’ come dovrebbe essere; perche’ un paese del genere deve esistere.”
Il proprietario della locanda li accompagna ad un vecchiotto di 172 anni. Lui gli spiega che si trovano in un posto che una volta apparteneva al popolo di Inca. Gli abitanti del posto mai lasciano il villaggio perche’ e’ circondato da grandi scogliere e percio’ e’ molto difficile trovarlo. Cosi’ diceva il vecchiotto: “Grazie alla posizione del posto siamo riusciti a mantenere il nostro buon carattere e il piacere.” Candido era curioso. Faceva tante domande al vecchiotto cui alla fine riesce a convincerlo che un posto perfetto esista. Dal saggio si recano verso il castello reale. I servi gli fanno vedere la citta’, mentre la cena hanno passato in compagnia del re. Nel villaggio ci si sono ritenuti per un mese dopodiche Candido esprime il desiderio di tornare a casa. Il re da’ l’ordine ai sui fisici di costruire una macchina che li aiutera’ a passare attraverso le montagne alte. Gli regala oro e pietre preziose grazie a cui potevano tornare a casa come ricchi e riscattare Cunegonda. Dopo che avevano abbandonato la vita benestante, carichi della ricchezza portata sulle spalle dei montoni, pensavano alla vita piacevole che li aspettava.
Dopo cento giorni del viaggio alcuni dei montoni sono crollati nell’abisso, mentre alcuni di loro sono morti di fame. Gliene sono rimasti solo due. Allora entrano nella citta’ di Surinam. Si mettono d’accordo con alcuni capitani spagnoli di prendere Cunegonda, ma appena il capitano sente di chi si tratta, cambia l’idea. Cunegonda era l’amante preferita del governatore. Ora Cocombo doveva partire da solo per prenderla e poi incontrarsi con Candido a Venezia. Candido finalmente trova il capitano che doveva aiutarlo a passare in Italia. Dopo aver visto la ricchezza di Candido, il capitano trova un modo di ingannarlo e scappa via con i suoi montoni e bagagli. Candido rimane disperato. Prende in affitto una cabina su una nave francese e annuncia di cercare un compagno, un uomo onesto “uno che sia deluso della vita e il piu’ infelice dell’intera provincia.” Si iscrivono molti candidati. Dopo che li aveva sentiti tutti, la scelta e’ caduta su un miserabile studioso, Martino.
Durante l’intero viaggio Candido e Martino avevano molti argomenti da discuttere. La discussione viene interrotta da un forte colpo di cannoni. La battaglia si svolgeva tra due navi tra cui uno di esse e’ affondata. Lo era la nave del capitano che prima aveva derubato Candido e quindi tutto il suo tesoro finisce al fondo del mare tranne solo un montone che riesce a salvarsi la vita. “Candido stava accarezzando il suo montone – siccome ti ho ritrovato – dice lui – probabilmente ce la faro’ a trovare anche Cunegonda.”
Si avvicinano alla costa francese discutendo ancora sulla gente di quel posto che Martino conosceva. Martino decide di accompagnare Candido fino a Venezia solo per i soldi che Candido aveva in abbondanza. Candido acquista una carrozza con due posti da sedere “perche’ non poteva piu’ vivere senza suo Martino”. Tutti i passeggeri che ci passavano viaggiavano a Parigi e quindi anche loro due decidono di visitare quella citta’.
A Parigi si ammala e, essendo molto ricco, fra poco tempo appaiono molti medici disposti ad aiutarlo. Guarito, visita il teatro dove l’attrice principale gli ricorda la sua bella Cunegonda e percio’ decide di conoscerla. Il suo desiderio viene avverato e cosi’ la stessa notte finisce in un casino di origine sospetta. Dopo la cena la gente discutteva su vari argomenti. A Candido e’ piaciuto di piu’ uno studioso e voleva parlare con lui della filosofia. La stessa cena, la padrona dell’osteria attira l’attenzione di Candido e percio’ lui le regala due grandi annelli di diamanti. L’abate che gli serviva chiede a Candido di raccontargli tutto di Cunegonda. Solo un giorno dopo Candido riceve una lettera da Cunegonda in cui lei lo informa di trovarsi in un posto vicino al suo e di essere malata. Lui subito si reca a lei. L’ingenuo Candido “versava a lungo le lecrime sulla mano di Cunegonda e poi la riempie con i diamanti.” La stessa sera mancava poco che siano arrestati tutti da alcuni agenti di polizia, ma Candido alla fine riesce, in cambio di alcuni diamanti, a riscattare se’ stesso. La strada li conduce verso un alto Olandese che salpava verso l’Inghilterra. Candido era molto interessato di conoscere meglio il popolo inglese.
Entrati nel porto, rimangono terrificati dalla scena davanti a loro. Nel momento del loro approdo nel porto viene eseguita la condanna a morte contro un ammiraglio. Candido chiede al capitano di portarlo a Venezia in cambio di un buon compenso. Appena arrivato a Venezia, comincia la ricerca di Cacambo. Dopo la ricerca senza successo Candido “sente una nera tristezza e malinconia penetrare nella sua anima”. Martino gli consigliava di dimenticare Cunegonda e Cacambo. Sulla piazza ci hanno incontrato una coppia che gli sembrava felice. Per dimostrare a Martino che la felicita’ tuttavia esista, Candido li invita a pranzo. Rimane sorpreso di riconoscere Pasquetta nella ragazza, la cameriera e l’ex amante del suo maestro. Lei gli ha raccontato tutti gli orrori attraverso cui era dovuta passare e che era costretta a vendere il suo corpo per sopravvivere. Questa volta Martino aveva ragione a sostenere che la ragazza non sia felice. Il suo desiderio piu’ grande era di conoscere uno che fosse verramente felice.
“A proposito del senator Pococurante (…) sostengono che sia un uomo che mai abbia provato la tristezza.” Il senatore era molto gentile ad accoglierli. Candido rimane affascinato dalla ricchezza dei sui immagini, dalla sua biblioteca, dalla bellezza dei suoi orti e giardini, ma lo stesso rimane sorpreso per la sua criticita’ contro tutto. Aveva tutto, ma non si godeva niente di cio’ e non sapeva apprezzare la ricchezza che possedeva. “Era stuffo di tutto (…) credendo che la vera piacevolezza sta nel fatto di essere privo di ogni piacere.” Candido allora viene alla conclusione che sara’ felice quando ritrova la sua Cunegonda.
Una sera all’improvviso appare di nuovo Cacambo. Non poteva parlare a lungo con Candido perche’ era diventato schiavo, ma Candido doveva essere pronto. Ha fatto la cena con sei stranieri tra cui tutti erano gli ex imperatori di vari paesi. Tutti loro sono venuti a vedere il Carnevale di Venezia. Candido aveva solo un motivo, cioe’ di raggiungere Istanbul dove si trovava la sua Cunegonda. Cacambo e’ riuscito a persuadere il capitano turco ad accettare Candido e Martino. Sulla nave hanno scoperto che Cunegonda era diventata la serva presso un ex imperatore perdendo col tempo la sua bellezza di prima. Candido ha riscattato di nuovo Cacambo e allora si recano a trovare Cunegonda. Salgono su un gallio dove remavano due ladroni. Appena li ha visti, Candido riconsce in uno di loro il fratello di Cunegonda, di cui pensava fosse morto, mentre quell’altro era il maestro Pangloss. Ha riscattato anche loro due dal capitano.
Gli ex gondolieri hanno raccontato le loro storie e come avevano sfuggito alla condanna a morte. Il giovane barone era leggermente ferito e percio’ ci volava poco che le sue ferite guarissero. Il vecchio maestro alla fine viene salvato dal rogo grazie al cielo che manda la pioggia sulla terra. Poi doveva essere impiccato, ma questa volta grazie alla corda bagnata, rimane in vita. Gli salva la vita un medico che ci si e’ trovato. A causa del suo desiderio insaziabile verso le donne dell’Harem, che gli erano proibite, finisce come schiavo su una gallia.
Discutendo su tutti gli eventi precedenti, fra poco si trovano davanti alla casa del principe presso cui Cunegonda e la vecchietta vivevano come serve. Cunegonda era molto triste non essendo nemmeno consapevole del suo stato emozionale. Candido riesce anche loro due a riscattare dal principe. Nelle vicinanze c’era una proprieta’ dove decidono di sostare. Il barone era contro il matrimonio tra sua sorella e Candido. “Mi puoi uccidere un’altra volta – dice il barone – ma finche’ io vivo, tu non sposerai mia sorella.”
Candido tuttavia la sposa. Riescono a liberarsi dal barone, mentre i diamanti subito spariscono. Gli rimane solo una casetta dove potevano discutere in eterno sulle questioni filosofiche. L’insoddisfazione stava crescendo sempre di piu’ in tutti. Ognuno della loro compagnia si lamentava del proprio destino. Infine, vengono salvati da un vecchiotto che, stando seduto davanti alla sua casa, inizia la conversazione con loro. Dopo gli fa vedere l’interno della sua casa in cui regnava un eterno benessere. Erano convinti che il vecchiotto possedesse un’enorme tenuta: “Solo venti acri – risponde il Turco – li coltivo insime ai miei figli; il lavoro allontana da noi tre grandi mali: la noia, la poverta’ e il vizio.
Da quel giorno il gruppo di amici si mette a lavorare: “Lavoriamo senza filosofare – dice Martino – e’ l’unico modo di rendere questa vita piu’ sopportabile.”
Analisi dei personaggi
Candido – “La sua anima si rispecchiava sul suo viso. Ragionava abbastanza bene e facilmente.” E’ cresciuto insieme ai figli del ricco barone, istruito da uno studioso e filosofo di cui si fidava completamente e con tutto il cuore seguiva la sua filosofia e i suoi insegnamenti. Onesto e incorotto cercava di vedere solo il bene in qualsiasi situazione si trovi. Innamorato di Cunegonda sin dalla sua infanzia e, a causa dell’amore proibito, viene esiliato dal castello dopodiche inizia a girovagare per il mondo. Si attiene al principio che tutto cio’ che la vita gli offre e’ la cosa migliore che possa accadergli.
Errando per il mondo gli accadono molte opportunita’ e guai per cui col tempo rinuncia ai suoi principi idealistici. La sua maturazione dolorosa lo porta per forza alla conclusione che, per una vita migliore, debba lottare da solo senza lasciare niente al caso. Ha viaggiato per mezzo mondo per raggiungere la sua amata la quale alla fine del suo viaggio e’ diventata una vecchia e distrutta donna, sia per duro lavoro sia per i suoi numerosi amanti. Tutte le sofferenze e i suoi svantaggi alla fine sono compensati dall’amore del suo Candido e della sua onesta’ e la sincera promessa che un giorno sarebbe riuscito a ritrovarla e sposarla. Alla fine veramente lo ha fatto e il suo sogno viene avverato.
La sua vita pesante gli ha insegnato come cavarsela da solo in ogni situazione impossibile. Grazie alla sua ricca esperienza, ha imparato a riconoscere vari tipi di persone, ma anche molti costumi con cui veniva a contatto, il che e’ diventato di grande importanza per lui, per un uomo che era stato per molto tempo troppo ingenuo.
Cunegonda – lei e’ la bella figlia del barone e molto amata e adorata da Candido. “Aveva 17 anni, dalle guance rosse, fresca, un po’ grassa e desiderabile.” Essendo la figlia dei ricchi genitori, e’ abituata ad una vita leggera. Per sua natura era molto curiosa e si fidava degli insegnamenti e della filosofia del suo maestro. La vita reale che affronta lascia profonde conseguenze sulla sua salute psicofisica. Per la sua straordinaria bellezza diventa amante di molti governanti, mentre solo un uomo, buono e ingenuo Candido, riesce a conquistare il suo cuore.
Fino alla sua giovane eta’ era molto curata e viziata e, grazie a tanti ricchi antenati, si supponeva che anche il suo futuro le riservasse cose brillanti. Tuttavia, tutte le sue aspettative sul futuro alla fine la deludono. Non era abbastanza forte per affrontare le disgrazie che la vita le mandava incontro. Invece, le accettava tutte nonostante le conseguenze.
Pangloss – il precettore del castello, nonché filosofo e maestro dei figli del barone e di Candido. Fino alla fine rimane fedele alla sua teoria che da qualche parte del mondo debba esistere un posto ideale, credendo anche di vivere in un mondo in cui tutto venga basato sulla relazione di causa ed effetto. Non rinuncia al suo idealismo nemmeno sotto minacce a morte. Tutte le situazioni che gli capitano le accetta come un’inevitabile sequenza di eventi che questa vita imprevedibile ci dona, ma dopo cerca di risolvere tutte le circostanze, analizzandole nei minimi dettagli, ma senza scopo e significato per la sua vita, ne’ ora ne’ in futuro.
Don Issacar – un ricco Ebreo di Lisbona ed un vero donnaiolo. Riscatta Cunegonda da un capitano bulgaro la quale poi diventa la sua amante. Lui e’ un ricco usuraio del castello ed un uomo influente e rispettabile.
La vecchia – una serva fedele ed assegnata a Cunegonda. Da giovane era la figlia di papa Urbano X, ma col tempo la vita l’ha ridotta a schiava e lei finisce in poverta’ perdendo anche la sua bellezza di prima: “Io sono figlia di papa Urbano e la principessa di Palestrina…”. Avendo passato una vita dura, non rinuncia alla giovane ragazza, diventando il suo appoggio e mano destra nella vita. Grazie alla sua saggezza e ricca esperienza loro due riescono ad affrontare e superare i giorni difficili che la vita gli serve da giorno in giorno.
Cacambo – di origine Asiatico e fedele servo di Candido. Gli vuole molto bene e grazie alla sua agilita’ e ingegno, lo aiuta nelle sitiazioni estremamente difficili. Al contrario del romantico Candido, e’ una persona superbamente razionale.
Comandante di Paraguay – “Era un giovanotto molto bello, col viso pieno e abbastanza bianco, con le guance rosse, dalle sopracciglia spettinate, da uno sguardo particolarmente vivace, da un orecchio rosso, dalle labra carnose, con un aspetto visiblimente orgoglioso, ma il suo orgoglio non era ne’ spagnolo ne’ gesuita…”.
Il giovane barone – il fratello di Cunegonda. Tiene molto al suo titolo ed e’ particolarmente sensibile alla sua reputazione nella societa’ in cui vive. Proprio quello per lui rappresenta l’unico ostacolo per cui non accetta un uomo comune per potenziale marito di sua sorella. Per una serie di circostanze diventa il comandate gesuita, il che lo rende ancor di piu’ orgoglioso. Il suo destino di passare dalla posizione di un gran colonnello in un povero schiavo non gli spezza orgoglio ed educazione acquistata nell’infanzia. Lui raprresenta uno dei principali ostacoli sul cammino della felicita’ di sua sorella e quindi finisce come una pietra d’inciampo. Entro la fine del romanzo semplicemente svanisce.
Voltaire biografia
Voltaire e’ un filosofo e scrittore francese il cui nome e’ legato al movimento culturale dell’illuminismo. E’ nato nel 1694 a Parigi. Il suo vero nome e’ François – Marie Arouetle Jeune, ma col pseudonimo “Voltaire” comincia ad usarsi dal 1718, quando la sua tragedia “Edipo” ottiene un gran successo.
La sua formazione inizia nel collegio gesuita e dopo studia il diritto. A vent’anni era il sostenitore della liberta’ di espressione e cosi’, andando in giro per i salotti aristocratici di Parigi, sta raccogliendo diversi epigrammi per cui anzi finisce in carcere nel 1717.
Dopo un conflitto col cavaliere Rohan termina il suo periodo dei buoni rapporti con la corte e percio’ lascia la Francia nel 1726 e si reca verso l’Inghilterra in cui rimane per tre anni. L’Inghilterra porta un vero punto di svolta nella sua vita. Ha fatto amicizie con numerose persone importanti del paese. Le esperienze e le conoscenze acquistate durante il suo soggiorno in Inghilterra vengono presentate nell’opera “Le lettere filosofiche o inglesi”. Il libro viene pubblicato nel 1733 in Inghilterra e un anno dopo in Francia.
Il parlamento di Parigi dichiara la sua opera inaccettabile e indegna della religione e del potere e cosi’ Voltaire diventa uno dei autori le cui opere non erano volontariamente lette.
Nel 1728 pubblica il suo primo poema nazionale “l’Enriade”, mentre nel 1731 esce la sua opera storiografica “La storia di Carlo XII”. Pubblica anche alcune tragedie di Shakespeare, tra cui la piu’ notevole e’ “Zaire”.
Poco dopo lascia di nuovo Parigi e se ne va a Cirey, dove soggiorna presso la sua amica marchesa Madame du Chatelet. Il periodo piu’ ricco e fruttuso per quando riguarda la sua creazione letteraria era proprio il tempo passato sulla tenuta della sua amica marchesa. Infatti, la sua governante era una grande conoscitrice di scienze naturali, di matematica e di lingue stranieri e classiche, il che lascia una gran influenza su di lui. Nel 1738 pubblica “gli Elementi della filosofia di Newton”, in cui spiega ed analizza i pensieri e le idee della filosofia di Newton.
A meta’ degli anni quaranta, diventato famoso e letto, torna a Parigi e inizia la carriera del poeta e di un vero storico presso la corte del re Luigi XV. Viene ammesso all’Academia e poco dopo pubblica “Zadig” (i racconti filosofici) e di seguito anche il libretto per l’opera “La principessa di Navarra”. Per tutto quel tempo difficilmente riusciva ad astenersi dalle battute satiriche le quali questa volta rivolge all’amante del re, alla marchesa Madame de Pompadour.
Di seguito, di nuovo finisce in esilio dove accetta l’invito presso la corte di Federico II di Prussia, diventando presto il suo conciliere e un buon amico.
Nel 1751 a Berlino pubblica il suo famoso studio ” Il secolo di Luigi XIV”, mentre un anno dopo esce il suo racconto filosofico “Micromega”.
Tre anni dopo finisce la sua amicizia col re Federico e dopo quello Voltaire soggiorna per un breve periodo a Ginevra per poi spostarsi a Ferney, presso la sua tenuta sul confine tra Francia e Svizzera.
Gli anni cinquanta e sessanta per lui erano gli anni di piu’ grande successo letterrario. In quegli anni pubblica le sue opera piu’ conosciute: “il Poema sul disastro di Lisbona”, “il Trattato sulla tolleranza”, “il Saggio sui costumi e sullo spirito delle nazioni”, “il Dizionario filosofico”, “l’Ingenuo”, “l’Orribile pericolo della lettura”.
Nel 1778 rientra a Parigi e il 30 Maggio dello stesso anno muore.