“Il vecchio e il mare” e’ un breve romanzo di Hemingway per cui vince il Premio di Nobel nel 1954. Lo scrittore questo romanzo riteneva il migliore nell’intera sua creazione letteraria, mentre i lettori sapevano riconoscere il suo vero valore. Grazie alla sua breve forma, il romanzo viene spesso considerato piu’ una novella che un romanzo. Dato che Hemingway ha fatto per lungo il giornalista, non stupisce che il suo stile di scrittura rispecchia lo stile giornalistico cui spesso viene chiamato “la prosa ben cotta”, maggiormente per le sue frasi giornalistiche, sempre semplici e concise. Tra l’altro, questo romanzo e’ caratterrizzato da una composizione e trama semplice, come anche da un flusso rallentato di eventi. La teccnica del “monologo interiore” lo mette nella categoria dei romanzi moderni, tramite cui lo scrittore esprime i pensieri del suo protagonista.
La sua enorme popolarita’ il romanzo deve alla trama semplice che, nel periodo in cui l’opera viene pubblicata, rappresentava il simbolo per una lotta quotidiana per la sopravvivenza, per cui anche oggi viene letta con lo stesso interesse. Il vecchietto Santiago e’ un semplice e povero pescatore che rinuncia a tutte le cose materiali. Non aveva nemmeno bisogno del cibo come prima. Caccia e pesca sono le uniche attivita’ in cui riesce a trovare la tranquillita’ e il senso della vita. Solo il mare gli incute la pace e la consolazione, ma per dimostare a tutti della sua societa’ il suo valore e la grandezza desidera ad ogni costo cacciare il piu’ gran pesce possibile. La storia inizia il quarto giorno della sua vana avventura verso la deriva del mare a caccia di pesce. Bisogna accentuare che qui non si tratta della caccia di un pesce qualsiasi. Lui invece cerca qualcosa di grande, qualcosa che lo aiuterebbe a porre fine al senso della sua esistenza.
Il tema del romanzo ruota verso la lotta della vita a cui nessuno di noi possa sfuggire, ma lo scrittore parla anche del confronto tra uomo e natura, cioe’ dell’armonia/disarmonia che ognuno di noi crea con la natura. Santiago e il pesce rappresentano un mondo particolare, il che si sente nel rispetto tra loro due, ma lo stesso rappresentano due cose opposte: l’uomo che vuole raggiungere il successo usandosi della propria forza d’animo e d’altra parte l’animale che possiede solo la forza fisica. Santiago, dopo una lunga e faticosa lotta, rimane senza pesce, ma nei suoi occhi esce come vincitore perche’ riesce a dimostrare a se’ stesso di essere ancor sempre capace di lottare, di andare alla fine nonostante il risultato. Riesce a cacciare il piu’ gran preda della sua vita e a dimostrare prima a se’ e poi anche agli altri di non arrendersi mai. In una tale lotta non viene ostacolato ne’ dalla vecchiaia ne’ dalla fame ne’ dal sonno.
Il romanzo di composizione e’ abbastanza semplice. Non e’ diviso in brani e cosi’ viene accentuato il flusso continuo della trama, ma anche l’attenzione non cade sulla brevita’ dell’opera stessa. Nonostante tuto quello, introduzione, complotto, culmine ed epilogo si possono chiaramente definire. Sul campo linguistico – stilistico il romanzo viene caratterizzato dall’uso di frasi chiare e concise, le quali spesso abbondano della terminologia maritima, ma ci si possono anche trovare gli ispanicismi. Dunque, questo romanzo contiene anche alcuni elementi autobiografici, provenuti dal periodo quando lo scrittore ha vissuto sull’isola di Cuba e passava i suoi giorni in compagnia dei pesci.
Genere letterario: romanzo-novella
Luogo dell’azione: nei dintorni della citta’ di Havana (Cuba), la baia nell’Oceano Atlantico attraverso cui scorre la corrente del Golfo
Tempo dell’azione: verso l’anno 1950, la vicenda dura per due giorni e due notti nel mese di settembre
Il tema dell’opera: la lotta di un pescatore contro un gran pesce
L’idea dell’opera: difficili lotte par la vita a volte non ci portano soldi e gloria, ma quello che portano sempre e’ la saggezza
Riassunto
Il vecchio Santiago e’ un povero marinaio che gia’ da 84 giorni pesca da solo in una piccola barca, in oceano aperto. Nei primi 40 giorni la compagnia gli fa un piccolo ragazzo Manolino, ma dopo il ragazzino viene imposto dai suoi genitori di non pescare piu’ col vecchio perche’ i genitori lo ritenevano troppo sfortunato. Quindi, il ragazzino doveva passare all’altra barca. Il bambino voleva molto bene al vecchio, ammirando le sue capacita’ e conoscenze e lo aiutava ogni tanto che poteva. Il vecchio si ricordava del giorno quando aveva portato per la prima volta nella sua barca il ragazzino che allora aveva solo cinque anni. Il ragazzo ha aiutato il vecchio a portare la sua attrezzatura alla sua cappana, dove il vecchio gli raccontava di baseball.
Santiago si stava preparando per recarsi verso il mare aperto a passare i suoi ottantacinque giorni di pesca. Era settembre, ottimo periodo per i pesci. Un giorno prima dell’avventura del vecchio, il ragazzino gli aveva portato la cena, pregandolo di farlo svegliare la mattina prima che lui partisse. All’alba il vecchio si sveglia senza la sveglia e va alla capanna per far svegliare il ragazzino. Prendono il caffe’ e Manolino consegna al vecchio le esche, cacciate un giorno prima. Si salutano e ognuno di loro prende la sua strada.
Il vecchio era da solo nella sua barca e quindi aveva tempo a riflettere su molte cose mentre aspettava la sua preda. Gli cade in mente che il mare assomigli ad una donna, cioe’ “a qualcosa che o ti regala o ti priva di una gran grazia, e se e’ a volte selvatico e male, e’ perche’ non puo’ essere diverso.” Prima dell’alba il vecchio getta in mare le sardine come esca. Dopo aver rafforzato le sue canne da pesca, comincia a scivolare leggermente verso il mare aperto. Il sole gia’ bruciava, mentre il vecchio ci era abbastanza abituato. Si accorge di alcuni uccelli che attraversavano il mare in cerca di cibo. Osservava anche le tartarughe, il che gli ricordava alcune leggende legate ad esse. E cosi’, mentre lui stava ammazzando il tempo ricordandosi della sua giovane eta’, ci appare un uccello che comincia a volare sopra il mare. Lui sapeva che aveva trovato un gran pesce. Ben presto, riesce a catturare un albacore, smarrito e perso lontano dal suo gregge. E lo prende per usare come l’esca. Continua a godere della tranquillita’ del mare, facendo continuamente attenzione alle sue canne da pesca. Pero’, ad un certo punto una canna comincia a tremare.
Il pesce era gigantesco dato che poteva sentire sulla propria pelle l’effetto tensore della corda avvolta alla sua mano. Dopo una faticosa lotta, il pesce abbocca, ma era tanto forte che era lui a tirare il vecchio e la barca giu’ verso il mare. Era mezzogiorno e il vecchio aveva paura di lasciarlo anche se aveva molta sete. All’improvviso non poteva piu’ vedere l’isola, ma non se ne importava perche’ sapeva di poter tornarci anche di notte, seguendo le luci che venivano da Havana. Cade la notte, ma il pesce continua a trascinare la barca senza cambiare la direzione. Il vecchio, sempre piu’ stanco, sposta la corda sulla schiena per sentirsi meglio e piu’ comodo. Tutto il tempo il vecchio desiderava il ragazzo fosse accanto a lui per poter aiutarlo. Invece, era da solo, con il suo pesce. Si ricorda che un giorno riesce a catturare un paio di pesci, un maschio e una femmina. Si ricorda anche del momento in cui il maschio non voleva abbandonare la sua femmina finche’ il vecchio non l’ha ucciso e tirato fuori dall’acqua.
Un po’ prima del secondo giorno al mare, il pesce comincia a girare verso il nord. Il vecchio sperava che il pesce, stancato, sarebbe tornato nella corrente del Golfo o che si sarebbe almeno fatto vedere dal profondo del mare. Era gia’ il nuovo giorno e la forza non lo ancora abbandonava, ma la pazienza invece si. “Pesce, veramente ti voglio bene e ti rispetto, ma finiro’ con te comunque prima del tramonto del sole.” Il pesce allora tira piu’ forte la canna da pesca facendo del male al palmo del vecchio. Il vecchio decide di mangiare il tonno per riprendersi. Oltre alla ferita, adesso sentiva il crampo alla mano sinistra. La sua lotta con il pesce diventava sempre piu’ dura e faticosa. Dopo un po’ il dolore del crampo comincia ad alleviare e il vecchio sente la corda alzarsi e vede il pesce risalire alla superficie del mare.
Il pesce finalmente appare e il vecchio rimane affascinato dal suo aspetto: “Brillava al sole, dal colore purpureo scuro sulla testa e pelle, con delle strisce sui fianchi che si allargavano sempre di piu’, dandogli cosi’ un colore viola chiaro. La bocca aveva lunga come un’asta da baseball e appuntita simile ad una pinza”. Fa capolino dalle acque e rimane cosi’ abbastanza a lungo per farsi vedere a Santiago dopodiche’ leggermente immerge di nuovo la testa nel mare. Lo era il pasce dalla famiglia di pesce spada, il mezzo metro piu’ lungo della barca del vecchio. Il vecchio comincia anche a pregare il Dio che lo aiuti a catturare il pesce. Nel frattempo, usandosi di altri ami che aveva, riusciva a catturare alcuni pesci piu’ piccoli che gli servivano come il cibo.
Col secondo giorno in mare il vecchio comincia a ricordarsi del suo soppranome “El Campeon” (Il Campione), perche’ era il piu’ bravo a battere i pugni sul tavolo. Grazie al ritmo e il suono dello scorrere dell’acqua attraverso cui la barca navigava, il vecchio conclude che il pesce nel frattempo comincia a rallentare. Pero’ il vecchio ora viene preso da un altro guaio – cioe’, era gia’ la mezza giornata, un’intera notte e un’altra giornata che non dormiva. Dalla stanchezza gli si chiudevano gli occhi, ma temeva di addormentarsi per non perdere il pesce. L’unica cosa che lui voleva era far stancare il pesce per poi poter ucciderlo e tornare a casa. Il vecchio allora si mette sopra le corde da pesca spostando cosi’ tutto il suo peso su esse e, fatto cosi’, finalmente s’addormenta. Mentre lui stava dormendo, il pesce continuava a tirare la sua barca. Sentendo la corda bruciargli la pelle, si sveglia. D’un tratto sapeva che fosse venuto un ottimo momento per sconfiggere il suo avversario.
Il sole spunta per la terza volta della sua avventura in mare aperto e il pesce comincia a girare intorno alla barca. E cosi’ per due ore. Il vecchio era gia’ stanco e tutto bagnato, ma i cerchi che il pesce faceva girandosi diventavano sempre piu’ stretti ed esso poco a poco comincia a salire su verso la superficie dell’acqua. Il vecchio lo aspettava che si avvicinasse ancor di piu’ per poter colpirlo con l’arpione nel cuore. Il vecchio non smetteva di incoraggiarsi a rimanere calmo e forte anche se si sentiva girare la testa dalla stanchezza e fatica. Raccoglie tutta la sua forza, lancia in alto l’arpione e colpisce il pesce nel fianco, sotto la pinna pettorale. Il pesce si riprende, mentre il mare si tinge di sangue. Il vecchio ora doveva preparare la corda per legare il pesce alla barca. Santiago era orgoglioso della sua preda, ma aveva ancora molto da fare. Ora non faceva niente che pensare quanto avrebbe guadagnato per la carne del pesce. Sembrava cosi’ grande, come se di fianco alla sua piccola barca avesse legato un’altra piu’ grande.
Il viaggio era tranquillo e il vecchio ogni tanto bagnava le mani nell’acqua salata per guarire le sue ferite. Pero’, uno squalo interrompe l’idillio. Il vecchio puntava l’arpione per ucciderlo, ma lo squalo si getta avidamente sul pesce e il vecchio riesce a colpirlo nel cervello. Lo squalo si capovolge e affonda morto nell’acqua. Il vecchio rimane non solo senza l’arpione, ma anche senza una gran parte del pesce che lo squalo ha morso. Per un momento pensa di non aver fatto bene ad uccidere il pesce, ma “tutti si uccidono tra se’, in un modo o nell’altro”. “La vita dei marinai quanto mi uccide tanto mi tiene in vita.” Ogni tanto il vecchio si piegava per tagliare un pezzo del pesce per riprendersi.
Non e’ passato lungo tempo, ma vengono due altri squali. Tutti e due vengono uccisi dal coltello, in mezzo alla testa. Il sole poco a poco stava tramontando, ma lui continuava a lottarsi con gli squali. Il vecchio temeva di dare un’occhiata al pesce perche’ sapeva che ce n’era rimasto poco, ma ora la consolazione gli dava la sua casa a cui si avvicinava. Verso le dieci di sera si accorge delle luci della citta’. Pero’, la lotta con gli squali non e’ finita. Venivano in branchi e il vecchio li picchiava in testa con i remi. Tutta la notte il vecchio navigava verso la casa, mentre gli squali laceravano anzi lo scheletro del pesce, “come se prendessero le briciole dalla tavola”. Si accorge che la barca, ora che non porta con se’ quel gran peso, naviga bene e facilmente. Quando e’ arrivato nel porto di Havana, tutti stavano ancora dormendo. Fa lo sbarco da solo e lega la barca ad una roccia. All’improvviso si sente stanco da morire e non faceva che pensare al suo letto. Guarda il pesce: “E vede solo uno scheletro bianco e una gigantesca testa col gran becco e tutta quella nudita’ in mezzo alla coda e alla testa.”
Il vecchio portava l’albero di barca alla sua capanna e appena arrivato, si butta nel letto e subito s’addormenta. Non ha sentito il ragazzo venire alla capanna, come al solito. Quando il ragazzo vede le mani del vecchio, comincia silenziosamente a piangere e subito esce per portargli un po’ di caffe’. Nel porto tutti i pescatori si radunano attorno alla barca del vecchio e stanno a misurare la lunghezza dello scheletro di pesce. Era lungo verso sei metri. Il ragazzo continua verso il ristorante per il caffe’ e torna dal vecchio. Santiago si sveglia e comincia a parlare con lui. Decide di dare la testa del pesce ad un pescatore che poi la possa usare come esca, mentre il becco lo regalera’ al ragazzo.
Durante la sua assenza la guardia costiera insieme agli aerei lo stava cercando. Santiago mancava molto al ragazzo che non vedeva l’ora di andare di nuovo in mare aperto col vecchio che questa volta gli possa insegnare a tanti nuovi trucchi di pesca. Dopo quello il ragazzo va a portargli del cibo e la nuova camicia e intanto il vecchio s’addormenta e comincia a sognare i leoni.
Personaggi: il vecchio Santiago, ragazzo Manolino, pesce spada (marlin), pescatori del posto e cittadini di Havana
Analisi dei personaggi
Santiago – un vecchio e povero pescatore, ossuto e dalle guance piene di macchie marroni dal sole. Appassionato di sport, particolarmente di baseball, ma la sua poverta’ non gli permette di godersi la sua passione. Il ragazzo Manolino gli porta ogni giorno i vecchi giornali da cui il vecchio segue le notizie sportive. Santiago vive in una vecchia capanna, fatta dalla corteccia degli alberi di palma. In essa si trovano un letto, un tavolo con una sedia ed un camino.
E’ molto distrutto dalla vita. E’ rimasto senza moglie, senza soldi e senza un decente tetto sulla testa. Nonostante cio’, ama la vita e lotta con tutte le sue forze contro le disgrazie che la vita gli porta. Non ama la compassione e non si lamenta per la vita che conduce, infatti e’ molto grato per tutto che ha. Anche se sono gia’ 84 giorni che naviga per il mare senza catturare nulla, non perde la speranza e fede in se’, ma al contrario va sempre piu’ in avanti in cerca della preda della sua vita.
Nella lotta col pesce, che col sua resistenza gli provoca gravi ferite ed esaurimento, dimostra piena cordialita’ ed affetto. Per lui il pesce e’ “sorellina” degna di rispetto. Il pesce alla fine viene mangiata dagli squali per cui il vecchio non viene considerato il vero vincitore, ma d’altra parte riesce a dimostrare a tutti che e’ ancor sempre capace di lottare fino all’ultimo fiato.
Manolino – un ragazzo che segue il vecchio nelle sue avventure in mare. Pero’, dopo quaranta giorni i suoi genitori gli proibiscono di navigare col vecchio, convinti che il vecchio non porta la fortuna. Manolino mostra una gran emozionalita’ verso il vecchio cui da sempre riteneva suo nonno. Dall’inizio del romanzo e fino all’ultima pagina il ragazzo e’ l’unico a preoccuparsi e curarsi del vecchio. Gli porta ogni giorno giornali, birra, caffe’, cibo e anzi vestiti.
Secondo l’esperienza e la saggezza del vecchio dimostra una gran curiosita’ e rispetto. Dopo che il vecchio torna dalla sua lotta col pesce spada, Manolino piange vedendolo ferito e stanco, il che e’ una vera prova dell’amore disinteressato. Rimane col vecchio pescatore nonostante tutto e tende la sua mano dell’amicizia nel momento in cui il vecchio ne ha bisogno di piu’. Il suo personaggio rispecchia il carattere positivo e rappresenta un immagine ideale di uno che aiuta gli altri in guai. Inoltre, la sua giovane eta’ e’ lo specchio della sua innocenza, bonta’ e aiuto incondizionato, che tanto spesso mancano agli adulti.
Ernest Hemingway biografia
Ernest Hemingway e’ un celebre scrittore di romanzi e raccanti che la sua piu’ gran popolarita’ deve all’opera “Il vecchio e il mare”. Nasce il 21 luglio del 1899 negli Stati Uniti, a Oak Park, in un piccolo posto nella periferia di Chicago.
Ernest e’ cresciuto in una gran famiglia benestante ed aveva un fratello e quattro sorelle. Il nome ottiene secondo lo zio Miller e il nonno Ernest. La sua giovane eta’ passa in un quartiere cui sempre riteneva un posto tranquillo dove i protestanti erano molti di piu’ degli altri.
Nonostane la distanza tra Oak Park e una grande citta’ come e’ Chicago, rispetto a Chicago sempre rispettava ed apprezzava il suo stile di vita conservativo e tradizionale, il che con gli anni lascia l’influenza sulla sua crescita’ nei riguardi dei suoi principi religiosi.
Il tempo libero per lo piu’ passa in caccia con suo padre e presso la signora Grace che gli insegnava la musica. Col tempo non mostra molta attitudine e passione per la musica. La scuola elementare e media finisce a Oak Park, mentre durante la scuola media lavora per “Trapeze”, un giornale per cui scrive articoli umoristici.
Dopo la scuola media rifiuta di iscriversi all’universita’ e si dedica alla carriera da giornalista. Faceva lo sport e andava spesso in caccia. Faceva la parte come volontario nella seconda guerra mondiale. Appena compiuto diciotto anni, esprime il desiderio di andare in esercito, ma viene escluso a causa di un difetto all’occhio sinistra.
Grazie alla Croce Rossa Ernest entra nei servizi di autoambulanza come autista. Nella sezione Croce Rossa rimane al 1918 quando viene ferito mentre distribuiva generi di confronto ai soldati. Nel 1919 torna a Oak Park e nonostante la pressione dei genitori non voleva studiare, ma invece un anno dopo si trasferisce a Chicago e comincia a lavorare per un giornale “Toronto Star Weekly”.
In quei tempi incontra Hadley Richardson cui sposa nel 1921 e ben presto parte per Parigi dove lavora come corrispodente. Nel 1927 da Parigi torna negli Stati Uniti e per un breve periodo vive in Florida.
In Spagna scoppia la guerra civile e lui fa il corrispodente di guerra, ma nel 1939 va a vivere in Cuba, dove continua la sua vita con i pescatori del posto, scrivendo e pescando. La sua vita era abbastanza turbolenta, ma negli ultimi anni della vita cominciano i primi sintomi di squilibrio mentale, cioe’ la crisi maniaco-depressiva. Nel 1961 a Sun Valley in Idaho Hemingway si spara mettendosi la canna del fucile in bocca.
Ernest era uno scrittore le cui opere influenzano molto su altri scrittori americani. Le sue opere, maggiormente ispirate dalle sue proprie esperienze, vengono considerate come la letteratura classica. In esse vengono anche espressi alcuni momenti in cui era vicino alla morte, come per esempio quando viene colpito dalla bomba mentre aiutava i soldati italiani.
All’inizio della sua carriera da scrittore presta molta attenzione ai personaggi che lottano per morale, ma d’altra parte tiene solo alle sue proprie emozioni, non mostrando mai il rispetto per gli altri. Gli altri personaggi erano sempre di carattere ed emozione semplice. Agli anni trenta si occupava piu’ ai personaggi indifesi e deboli, ma dopo si gira ai problemi sociali. Cosi’, nell’opera “La quinta colonna” parla dell’ingiustizia economica.
La prima opera letteraria era la raccolta “Nei nostri tempi”, scritta nel 1925, ma gia’ un anno dopo vengono pubblicati i rimanzi “Torrenti di primavera” e “Il sole sorgera’ ancora”. Nel 1927 esce la sua raccolta di novelle “Uomini senza donne”, e nel 1929 il romanzo “Addio alle armi”.
Ha scritto anche una serie di novelle e di racconti, tra cui la piu’ famosa la raccolta “Le nevi del Chilimangiaro”. La sua gran popolarita’ guadagna col romanzo “Avere e non avere” (1937), ma il successo ancor piu’ grande deve al romanzo la cui tema trova nella guerra spagnola “Per chi suona la campana” (1940).
Dopo la seconda guerra mondiale vengono pubblicati altri due romanzi, “Di la’ dal fiume e tra fgi alberi” (1950) e “Il vecchio e il mare” (1952). Per il suo breve romanzo “Il vecchio e il mare” ottiene il Premio di Nobel, nel 1954.