L’inferno e’ la prima delle tre cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso) che compongono la Divina Commedia, l’opera piu’ famosa di Dante Alighieri e nello stesso tempo la poema piu’ famosa in tutto il periodo medievale. Dante comincia a scriverla intorno al 1307 e finisce la scrittura poco prima della sua morte, nel 1321. La sua visione dell’Inferno di seguito serve come il punto di riferimento per la letteratura e arte. L’Inferno e’ la cantica piu’ famosa della sua trilogia proprio perche’ parla della chiesa in generale e soprattutto per la sua rappresentazione dettagliata e logica.
L’inferno di Dante consiste di nove cerchi a forma d’imbuto che si apre sotto la citta’ di Gerusalemme. Ogni cerchio gradualmente diventa piu’ piccolo di quello anteriore, mentre i peccati della gente diventano sempre piu’ grandi. Cioe’, la struttura dell’Inferno si basa sulla teoria di Aristotele. I peccatori all’interno dell’Inferno sono distribuiti mediante la gravita’ delle colpe commesse nella vita terrena, e procedendo verso il basso si hanno le punizioni piu’ terribili ed atroci. In fondo, conficcato nel ghiaccio fino a mezzo, si trova Lucifero, mostrato come uno spaventoso mostro con tre facce e sei enormi ali di pipistrello e che, con le sue tre bocche, maciulla tre grandi traditori: Giuda, Bruto e Cassio. Cioe’, in tal modo, masticandoli, li punisce per tutto il male che hanno fatto in vita.
Gli ultimi tre cerchi sono di nuovo suddivisi: il settimo cerchio e’ suddiviso in tre piu’ stretti livelli, l’ottavo cerchio in dieci bolgie, mentre il nono cerchio consiste di quattro zone. Scendendo pian piano verso il fondo i peccati diventano sempre piu’ grandi, mentre ogni condanna aspetta con pazienza il suo peccatore.
Durante il suo viaggio verso l’Inferno Dante incontra molte persone conosciute. Tra tutte loro ci sono molte persone famose e pure quelle che appartengono al mondo religioso. Dante castiga ognuno di loro – imbroglioni, assassini, traditori, ladri, edonisti, spettegolanti e cosi’ via. E’ molto severo e rigoroso per quanto riguarda sia la colpa che la pena meritata. Viaggiando cosi’ e guardando ed esaminando tutto cio’ che gli si fa vedere lungo la sua strada, spesso riflette su se’ stesso e sulla sua vita, chiedendosi se la sua anima sia abbastanza onesta per non finire un giorno qui come tutti loro.
Genere letterario: poema narrativa in terzine. Il titolo dell’opera viene aggiunto dopo, per contrassegnare cosi’ l’opera che all’inizio ci rende veramente tristi, mentre ha una fine felice. E’ una poema allegorica.
Luogo dell’azione: Selva Oscura, Inferno
Tempo dell’azione: il Venerdi Santo del 1300. (non si sa con certezza se sia stato nella notte del 25 marzo o 8 aprile). Comunque, era l’anniversario dell’Incarnazione di Gesu’ Cristo.
Il tema dell’opera: la discesa di Dante verso l’Inferno
L’ idea dell’opera: ogni anima dopo la morte subisce la punizione che merita per i suoi peccati commessi durante la vita terrena
Riassunto
Il canto introduttivo
Il viaggio del poeta inizia nel 1300, ai suoi 35 anni, il che viene considerato la meta’ della vita di ognuno di noi. Lui si perde in una Selva Oscura che simboleggia il male e durante l’intera opera sta cercando di trovare l’uscita. La sua uscita viene impedita da tre animali feroci che all’improvviso appargono davanti a lui. Una lonza, un leone e una lupa – come simboli di lussuria, superbia e avidita’.
Virgilio viene a salvarlo e gli spiega che d’ora in poi comincia il suo viaggio attraverso l’Inferno, Purgatorio e Paradiso e che lui sara’ la sua guida attraverso la prima parte, cioe’ solo nella visita dell’Inferno.
1. Canto
Dante dubita di essere in grado di riprendere un tale viaggio, ma Virgilio lo convince spiegandogli che proprio Beatrice lo mandi per indicargli la strada giusta.
2. Canto
Virgilio e Dante giungono la porta d’ingresso dell’Inferno dove c’e’ scritto un avvertimento con parole terribili di dannazione e dolore che dice che tutti coloro che ci entrano debbano lasciar indietro ogni speranza. Subito si sentono gli urli dolorosi. Qui, ai piedi dell’Inferno ghiacciano le anime dei pigri che adesso corrono piangendo perseguitati dalle api, mentre i vermi succhiano la sangue che esce dalle loro gambe.
Virgilio accompagna Dante alla riva del fiume Aheront dove molte anime aspettavano di essere trasportate dall’altra parte della riva, all’Inferno.
Haron rimane sorpreso di vedere Dante, un’anima vivente tra tutte queste anime morte, ma Virgilio gli spiega che viaggino per ordine del Paradiso. Virgilio prende la sua malavoglia come un buon segno dato che solo le anime maledette riescono ad oltrepassare la riva. All’improvviso la terra e’ scossa da un terribile terremoto e Dante cade svenuto.
3. Canto
Dante si sveglia dall’altra parte del fiume e insieme a Virgilio entra nel primo dei nove cerchi dell’Inferno. I cerchi hanno la posizione in base alla gravita’ dei peccati, da quelli piu’ pesanti a quelli piu’ leggeri.
Il primo cerchio dell’Inferno si chiama Limbo e ci si trovano le anime non battezzate, cioe’ di quelli che vissero prima del Cristo. Proprio qui si trova Virgilio.
Dopo la discesa del Cristo alcuni sono stati permessi di abbandonarlo, come per esempio Noe’ e Mose’. In questo cerchio Dante incontra molti poeti famosi, come sono i grandi poeti dell’antichita’: Omero, Orazio, Ovidio e Lucano. Proprio loro aiutano Dante a raggiungere un gran castello circondato da sette mura. Dentro queste mura si trovano molte anime conosciute, come per esempio Aristotele, Socrate, Cesare, Euclide, Tolomeo e cosi’ via…
4. Canto
Davanti alla porta del secondo cerchio dell’Inferno regna Minosse che giudica i dannati in base a quante volte avvolge la sua coda attorno a se’. Avverte Dante che lui e’ un’anima vivente e che non puo entrarci, ma Virgilio di nuovo spiega che Dante viene mandato dal Paradiso.
Il secondo cerchio e’ piu’ piccolo di quello precedente. L’inferno ha la forma di un imbuto ed ogni circolo e’ piu’ stretto di quello di prima, mentre i castighi diventano sempre piu’ pesanti.
In questo cerchio le anime sono percosse in aria dalla bufera, incessantemente. Ci sono le anime degli adulteri, come sono Semiramide, Cleopatra, Achille, Tristano, Elena… Dante fa pena per loro perche’ sa che la ragione per cui tutte queste anime sono qui e’ l’amore e quindi gli viene il desiderio di parlare con una di loro e di sentire la loro storia d’amore.
Il suo desiderio viene esaudito e Francesca inizia a raccontargli la sua storia, cioe’ come si e’ innamorata di Paolo di Rimini, il fratello di suo marito. Suo marito li becca e li fa uccidere. Dante, provando molta pena e tristezza per loro, cade svenuto.
5. Canto
Nel terzo cerchio dell’Inferno soffrono le anime dei golosi. Ora giacciono distesi esposti alla pioggia eterna, grandine e neve. Li tortura, graffia e scuoia Cerbero, un cane con le tre teste, il custode di Had, del mondo dei morti.
Cerca di fermare Dante e Virgilio, ma Virgilio fa di nuovo la stessa cosa. Un peccatore riesce a ricconoscere Dante visto che anche lui viene da Firenze e di seguito chiede a gran poeta fiorentino di non dimenticarlo quando esce dall’Inferno.
6. Canto
Dante e Virgilio arrivano al quarto cerchio dell’Inferno in cui si trovano i prodighi e avari. Li custode Pluto, il dio greco, noto anche come il prottettore della ricchezza. Su un lato del cerchio si trovano i prodighi, mentre sul lato opposto avari. Spingono col petto dei massi enormi e si rinfacciano gli opposti peccati.
In questo cerchio si trovano le anime dei malvaggi papa, cardinali e secerdoti.
Qui si dibattono le anime degli iracondi, dilaniandosi a vicenda.
Il quinto cerchio ghiacce sul fiume dello Stige. Le anime condannate in questo cerchio fanno il bagno nel fiume fangoso, si picchiano e si mordono.
Virgilio ammonisce Dante che qui ghiacciano anche le anime dei pigri, ma non e’ possibile vederli perche’ sono completamente immersi nel fango, rivelati solo dal ribollire dell’acqua in superficie.
7. Canto
Dante e Virgilio giungono una gran torre infuocata circondata dal fiume dello Stige. Flegias, il traghettatore infernale, li trasporta attraverso il fiume. Pian piano si avvicinano alla citta’ di Dite, ambientata nel basso Inferno.
Gli angeli caduti dal cielo impediscono a Dante l’ingresso, arrabbiati perche’ un’anima vivente sta cercando di entrare nella loro citta’. Questa volta neppure le parole di Virgilio riescono a persuaderli a piegarsi alla volonta’ divina.
8. Canto
Virgilio assicura a Dante che senza dubbio ce la faranno ad entrare nella citta’. Appaiono le tre furie, le dee della vendetta, in parte donne in parte serpenti. Chiamano Medusa che trasformi Dante in pietra, ma Virgilio gli copre gli occhi e cosi’ riesce a salvarlo.
Un angelo celeste si avvicina alla porta della citta’, caccia via le furie, delibera la strada a Dante e Virgilio e finalmente i due poeti riescono ad entrare nel sesto cerchio dell’Inferno.
Nei sarcofagi scoperchiati ed infuocati ghiacciono gli eretici, tutti coloro che non credono nella dottrina papale e nell’immortalita’ dell’anima. Sono torturati dal calore del fuoco secondo la gravita’ della loro eresia.
9. Canto
Qui Dante incontra Farinata degli Uberti, un celebre esponente della parte ghibellina di Firenze. Parlando con lui apprende che le anime di questo cerchio hanno un potere particolare di profetizzare il futuro, mentre non sanno nulla degli eventi attuali. Farinata allora espone una nuova profezia a Dante, cioe’ predice il suo rifugio dalla citta’ di Firenze, cioe’ che sara’ esiliato.
Dante e Virgilio di seguito riprendono il loro viaggio per il sesto cerchio.
Dante e’ molto preoccupato di quello che sente da Farinata, ma Virgilio gli assicura che riusciranno a scoprire di piu’ appena arrivano ad un posto migliore.
10. Canto
Nel settimo cerchio si diffonde un puzzo e Dante e Virgilio si mettono a sedere sopra la tomba del papa Anastasio per abituarsene un po’. Intanto Virgilio sta spiegando a Dante il principio della divisione dei tre cerchi precedenti.
Nel settimo cerchio, diviso in tre gironi, si trovano i violenti. Cioe’, i violenti contro il prossimo, contro se stessi e anzi contro il Dio.
Nell’ottavo cerchio si trovano molti truffatori, quelli che hanno tradito la fiducia altrui. Il cerchio e’ diviso in dieci bolgie.
Nel nono cerchio, la sede della citta’ di Dite, incontriamo i fraudolenti. E’ diviso in quattro regioni: i fraudolenti contro il prossimo, contro la loro patria e il partito, contro gli ospiti di casa e i fraudolenti contro i loro benefattori.
I poeti allora si recano verso la prima fascia del settimo cerchio.
11. Canto
Qui regna il Centauro, a cui rabbia e furia devono prima sfuggire per poter proseguire avanti.
Nella prima fascia del settimo cerchio incontriamo i violenti contro il prossimo. Loro sono immersi nel fiume di Flegetonte, un fiume di sangue bollente. Sono sorvegliati dai Centauri, le creature in parte uomini in parte cavalli. Questi violenti vengono colpiti dalle frecce se osano scappare dal fiume sanguinoso. Ghiacciono immerse a profondita’ proporzionale alle loro colpe.
Il primo di loro, Chirone, cerca di attaccarli perche’ Dante appartiene alle anime viventi, ma Virgilio gli ordina di andarsene e di portargli una guida che sappia aiutarli ad attraversare il fiume. Di seguito Chirone gli manda Nessusso che poi indica a Dante alcuni celebri tiranni, omicidi e predoni: Alessandro Magno, Atilo, Dionisio e cosi’ via…
I poeti allora s’inoltrano da soli verso la seguente fascia del settimo cerchio.
12. Canto
Questa fascia e’ attorniata da un fitto bosco pieno dei grandi alberi neri. Dappertutto si sentono gli urli dolorosi di quelli che tendevano a farsi volontariamente del male, di quelli che peccavano contro i suicidi e contro i prodighi. Sono trasformati in alberi, mentre vengono continuamente perseguitati dai cani feroci ed affamati.
Qui si trova Pier della Vigna, il consigliere dell’imperatore di Federigo. Era un uomo onesto, ma l’ingiusta accusa era il motivo che lo porto’ al suicidio.
13. Canto
All’interno della terza fascia si trovano i peccatori contro il Dio, la natura e l’arte. Addosso a loro piove l’eterna pioggia di fuoco. Ognuno di questi peccatori si trova in una parte particolare ed isolata. La prima schiera consiste dei bestemmiatori i quali sono costretti a ghiaccere in un deserto di sabbia mentre addosso i loro corpi nudi piove la pioggia infuocata.
14. Canto
La seconda schiera della terza fascia del settimo cerchio consiste dei sodomiti, peccatori contro la natura, costretti a camminare per sempre sotto la piogga di fuoco.
Uno di questi peccatori e’ proprio Brunetto Latini che predice che Dante sara’ premiato e lodato come eroe per i suoi sforzi e impegni politici. Dante non si fida del suo pregiudizio e dice che sara’ proprio come il destino decide.
15. Canto
I due grandi poeti si trovano ancora in mezzo alla seconda schiera della terza fascia. Dopo un po’ gli si avvicinano le tre anime, alcuni conoscenti e concittadini di Dante. Sono difficilmente ricconoscibili dato che le loro facce e corpi sono distutti dal fuoco, ma Dante infine riesce a ricconoscerli per i loro nomi.
16. Canto
Davanti alla terza schiera di questa fascia all’improvviso esce dall’acqua un mostro demoniaco dal volto di uomo, dal corpo di serpente, dalla coda di scorpione e con due zampe di leone. Lo era Gerione, messo a guardia dell’ottavo cerchio.
Virgilio rimane davanti all’ingresso, mentre Dante comincia ad esplorare da solo questa parte in cui si trovano i violenti contro l’arte, gli usurai, costretti a stare seduti sotto la pioggia infuocata e a portare sulle loro spalle la stemma familiare.
Di seguito torna alla porta dell’uscita e Gerione li accompagna all’ottavo cerchio.
17. Canto
Questo cerchio consiste di dieci bolgie in forma concentrica e si chiamano malebolgie. Qui ghiacce il resto dei peccatori e imbroglioni.
Nella prima bolgia incontriamo i seduttori e i ruffiani che percorrono d’una parte all’altra, sferzati da demoni cornuti.
Incontrano poi Giasone, punito per aver abbandonato la maga Medea dopo aver trovato il vello d’oro grazie al suo aiuto.
Nella seconda bolgia vedono gli adulatori immersi nello sterco umano.
18. Canto
Nella terza bolgia sono puniti simoniaci, quelli che fecero mercimonio dei beni spirituali e delle cariche ecclesiastiche. Sono capovolti in buche dalle quali fuoriescono solo con i piedi, lambiti da fiamme.
Dante ci vede Papa Niccolo’ III, un simoniaco che si pente dei suoi peccati e che fa riferimento ad alcuni piu’ grandi peccatori, convinto che tutti loro saranno puniti come meritano. Dante non prova la pieta’ per lui e ritiene che meriti la sua punizione e nello stesso tempo condanna tutta l’altra malvagia gente del mondo cristiano. Prosegue avanti verso la quarta bolgia.
19. Canto
Gli indovini e i maghi che stanno camminando in processione e ad un certo punto a Dante pare che nessuno di loro sia punito come merita, pero’ dopo un po’ s’accorge che i loro volti sono distorti all’indietro mentre le lacrime gli cadono sulle spalle.
Prova una forte compassione per tutti loro e Virgilio lo rimprovera. Allora spiega a Dante il destino di uno di loro e la sua pretesa di vedere avanti nel futuro ed ora e’ costretto a guardare per sempre indietro.
20. Canto
Nella quinta bolgia regna un buio eterno e i peccatori sono i barattieri. Sono immersi in un lago di pece bollente. I diavoli col nome Malebranche straziano i dannati che tentano di uscire dalla pece.
Dante e Virgilio sono permessi di passare in compagnia del primo diavolo perche’ il ponte che si trova proprio in mezzo alle bolgie crollo’ 1266 anni e 19 ore fa.
21. Canto
Un peccatore ammette a Dante di essere nella quinta bolgia perche’ molto tempo fa accetto’ la bustarella. Questo peccatore di seguito gli promette di portarci alcuni Italiani che ci si trovano, ma la guardia sospetta che lo sia solo una scusa per evitare la tortura e punizione. S’affrettano per raggiungerlo, ma rimangono staccati nel lago di pece bollente…
Dante e Virgilio proseguono avanti.
22. Canto
I diavoli furiosi e feroci si lanciano verso Dante e Virgilio, ma i due poeti riescono a scapparne perche’ la guardia non e ‘ permessa di lasciare il suo posto.
Cosi’ arrivano alla sesta bolgia dentro cui sono puniti gli ipocriti. Camminano in cerchio vestiti di pesanti cappe di piombo, dorate all’esterno. Dante s’accorge di uno crocifisso in terra, mentre tutti gli altri che procedono lo calpestino passando. Lo era un politico romano, Ponzio Pilato, che fu giudice del processo di Gesu’ e ne ordino’ la sua flagellazione e la crocifissione.
23. Canto
Dante e Virgilio adesso affrontano molte difficolta’ perche’ devono percorrere le strade molto pericolose a causa del ponte crollato. Discendono nella settima bolgia dove sono puniti i ladri nudi, posti in mezzo a serpenti. Una serpente raggiunge uno di loro e lo morde, ma lui svanisce nel cenere per poi tornare nella sua forma precedente. La serpente continua a perseguitarlo. Arrabbiato per essere stato visto da Dante, prevede la sua sconfitta politica.
24. Canto
Dante e Virgilio testimoniano le sofferenze terribili delle altre anime accanto a cui passano. La serpente s’avvolge attorno ai dannati e tutti loro diventano una creatura.
Poi la serpente morde un altro dannato per lo stomaco e loro due scambiano la forma ed identita’: la serpente diventa l’uomo, mentre l’uomo prende la forma di serpente.
25. Canto
Dante adesso riconosce alcuni ladri di Firenze e rimane profondamente deluso per la sua Firenze che anche qui nell’Inferno ha una cattiva reputazione.
Nell’ottava bolgia sono puniti i consiglieri fraudolenti, che vagano racchiusi in fiammelle. Qui Dante incontra Ulisse (o Odisseo) e Diomede, puniti per tutto il male compiuto nella guarra di Troia.
26. Canto
Dante adesso viene fermato da un dannato che gli chieda qualche informazione della sua patria.
Essendo convinto che Dante mai riuscira’ ad uscire dall’Inferno, si presenta come Guido da Montefeltro, punito per i suoi falsi consigli politici.
27. Canto
Nella nona bolgia sono puniti i seminatori della discordia. I dannati vano continuamente in cerchio, mutilati da un demone che riapre le loro ferite non appena esse si chiudono. Qui incontriamo Maometto, la profetta musulmana.
Molti Italiani che ci si trovano pregano Dante di trasmettere i loro messaggi una volta uscito da qui e prevedono le nuove disgrazie dandogli anche alcuni avvertimenti.
28. Canto
La decima e l’ultima bolgia e divisa in quattro regioni e qui sono puniti falsari, che in vita falsificarono cose, denaro o parole.
Nel primo girone i dannati sono affilliti da orrende malattie che li sfigurano. Dante qui incontra i due Italiani e gli promette di trasmettere i loro messaggi se loro in cambio raccontino a Dante la loro storia. Loro acconsentano e rivelano a Dante di trovarsi in questo cerchio a causa del loro mestiere, cioe’per l’alchimia.
29. Canto
Nella seconda regione dell’ultima bolgia i dannati lacerano l’un l’altro con i loro denti. Questi sono falsari di persona. Qui ci sono anche alcuni della terza e quarta regione, i falsari di moneta e di parola, cioe’ gli imbroglioni.
30. Canto
Davanti al nono cerchio dell’Inferno, Dante e Virgilio incontrano i giganti, Anteo, Nembrot e Fialte, che si trovano proprio nel piu’ profondo dell’Inferno. Sono immobili ed incatenati lungo le pareti e al tempo stesso sono custodi dell’ultimo cerchio. Questi giganti si chiamano Titani e si ribellarono contro la divinita’, cioe’ al suo creatore.
Anteo li ha aiutati a passare al nono cerchio, portandoli tutti nella sua mano gigante. Solo lui e’ in parte libero. All’interno di questo cerchio, in un immenso lago di ghiaccio, detto “Cocito”, sono puniti i traditori.
31. Canto
Il nono cerchio e’ costituito da quattro zone. La prima zona e’ la Caina, dal nome di Caino che per primo uccise il fratello Abele. In questa zona sono puniti i traditori dei parenti. Qui si trovano Gianciotto Malatesta, l’assassino di Paolo e Francesca.
Dante allora s’accorge di alcuni dannati che per la rabbia si battono con le loro teste.
32. Canto
La seconda zona e’ l’Antenora, dal nome del troiano Antenore che tradi’ la sua patria. Qui soffrono i traditori della patria e del partito. Qui avviene un particolare incontro con il conte Ugolino e l’arcivescovo Ruggero. L’arcivescovo racchiuse in una torre senza cibo Ugolino e i suoi quattro innocenti figli sotto l’accusa di essere i traditori. Affamato da morire, secondo una legenda, Ugolino era costretto a mangiare la carne dei suoi figli dopo la loro morte. Adesso Ugolino rode il cranio dell’arcivescovo e cosi’ in eterno.
La terza zona e’ la Tolomea, dal nome del re egizio Tolomeo che tradi’ il suo ospite. Quindi, i Tolomei sono i traditori degli ospiti. Sono immersi nel ghiaccio con il capo riverso. Piangendo, le loro lacrime si congelano negli occhi, impedendo loro di sfogare il dolore nel pianto.
33. Canto
Avvicinandosi pian piano al centro del nono e l’ultimo cerchio, Dante s’accorge che i dannati sono immersi interamente nel ghiaccio. Qui soffrono i traditori dei benefattori.
Questa zona si chiama la Giudecca, dal nome di Giuda Iscariota che tradi’ Gesu’, benefattore dell’umanita’. Nel piu’ profondo dell’Inferno si trova Lucifero, immerse fino a metta’ nel ghiaccio. Ha le tre teste enormi, e tre quindi le bocche nelle quali sono maciullati i tre piu’ grandi traditori mai esistiti. Loro sono Giuda Iscariota, il traditore di Cristo, e Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino, i due assassini e traditori di Cesare, l’imperatore romano.
Lucifero li sta maciullando e lacerando continuamente.
Arrivati fino alla fine dell’Inferno, i due grandi poeti lo lasciano per poi recarsi verso il Purgatorio.
Personaggi: Dante, Virgilio, tutti i dannati incontrati nell’Inferno, i custodi dell’Inferno (diavoli e mostri)
Analisi dei personaggi
Dante – l’autore dell’opera e al tempo stesso anzi il protagonista e narratore della poema. Inizia a scrivere il libro a meta’ della sua vita e quindi si suppone che allora avesse circa 35 anni. All’inizio dell’opera Dante si perde in una selva oscurra, il simbolo di ogni male sul suo cammino verso il Dio. In quel momento Dante passa attraverso una crisi spirituale. Si pone le domande sulla vita e si chiede se mai sara’ degno della pieta’ divina. All’inizio, quando prende il viaggio, Dante pare come un uomo perso e catturato nella sua eta’ delicata. Vagando per il bosco s’imbatte in tre bestie, ma alla fine arriva la sua amata Beatrice e gli manda in soccorso Virgilio, un gran poeta che gli sara’ la guida attraverso l’Inferno e il Purgatorio, mentre Beatrice lo apetta ai piedi del Paradiso. Questo viaggio dovrebbe aiutare Dante a trovare le risposte a tutte le domande che mai si abbia posto.
Il personaggio di Dante rappresenta nell’opera il simbolo dell’intera umanita’ peccatrice. All’interno dell’opera distinguiamo Dante come poeta e narratore e Dante come personaggio della storia. Loro due sono completamente diversi. Dante come autore non prova nessuna compassione verso i dannati perche’ proprio lui condanna e giudica tutti loro, mentre Dante come protagonista mostra spesso empatia, pieta’ e compassione nei confronti dei peccatori che incontra lungo la sua missione.
Trovandosi nell’Inferno, Dante spesso si pone molte domande sulla propria vita e si chiede di continuo se anche lui meriti la stessa punizione e simili sofferenze per i suoi peccati. Dante si pente di tutto il male che abbia mai compiuto, sperando di ottenere il perdono e di poter sfuggire alle pene infernali. Viaggiando attraverso l’Inferno Dante non ha nessuna paura ne’ dei dannati, ne’ dei diavoli che ci incontra, nemmeno di Lucifero stesso. Tale assenza della paura ci parla molto della sua fede perche’ il poeta si fida molto della pieta’ di Dio grazie a cui e’ prottetto da qualsiasi male che lo attenda nell’Inferno.
Virgilio – uno dei piu’ famosi poeti romani. Nella Commedia Divina ha il ruolo della guida di Dante. Viene mandato da Beatrice per indicare a Dante la strada giusta. Quindi, le sue charatteristiche particolari sono la saggezza e determinazione. Virgilio e’ il simbolo della ragione umana. Dante lo scieglie in base alla sua grandezza come poeta romano e proprio per quello e’ ideale come appoggio e guida spirituale.
Dante posiziona Virgilio nel primo cerchio dell’Inferno, nel Limbo, dove si trovano le anime non ancora battezzate, dunque quelli che vissero prima del Cristo. L’unica punizione nel Limbo e’ la consapevolezza dei dannati di non essere mai in grado d’incontrare il Dio, anche se non n’e’ la loro colpa.
Quindi, si potrebbe anche dire che Virgilio serve come la voce o messaggiero di Dante, mediante cui Dante esprime il suo parere di molte cose di cui parla nel libro. Lui affronta molti diavoli che cercano di vietare ai due poeti l’ingresso all’Inferno dato che Dante e’ ancora l’anima terrestre. Virgilio in vari occasioni spiega a Dante il principio dell’Inferno, esponendo alcuni fatti interessanti e avvertendo Dante di non fidarsi delle parole dei diavoli.
Beatrice – lei era l’amore platonico di Dante. Il suo sogno mai avverrato perche’ mori’ da molto giovane. Essendo il simbolo della bonta’ e dell’innocenza e’ logico che finisce nel Paradiso. Pur essendo lontano da lui, nel Paradiso, riesce a trovare il modo di aiutare Dante. Proprio lei manda Virgilio, il poeta preferito di Dante. Mentre Dante era nell’Inferno, lei era la sua guida stellare e il pensiero che lo conduceva attraverso tutte le difficolta’ che doveva affrontare. Solo a pensare a lei, lui riusciva a consolarsi. Tuttavia, lei non ha un gran ruolo nell’Inferno, quanto riesce ad essergli d’aiuto nell’Introduzione e dopo nel Paradiso.
Dante Alighieri biografia
Dante Alighieri vive dal 1265. al 1321. Nasce a Firenze. Era il figlio di Alighieri di Bellinciona e della sua prima moglie Bella, la figlia di Durante di Scolaio Abati.
Era il piu’ grande poeta italiano, considerato il padre della lingua italiana. Prende l’attivita’ politica e comincia a partecipare regolarmente alle lotte politiche tra i due partiti fiorentini: il partito guelfo e dall’altra parte il partito ghibellino. A causa della caduta dei guelfi bianchi, il poeta fu condannato il 10 marzo del 1302 in esilio perpetuo, cioe’ e’ costretto a vivere per sempre fuori la citta’ di Firenze. Importante politico, filosofo, linguista, il fondatore della lingua letteraria italiana e prima di tutto un gran poeta.
Ci lascia molte opere in cui ci rivela i suoi pensieri sulla filosofia e politica e anche molti suoi studi sulla lingua italiana.
Entra nel mondo letterario con l’opera “Vita Nova”, composta di prosa e poesia. In quest’opera descrive il suo amore per Beatrice e tutti i versi vengono collegati mediante i commenti scritti in prosa. Beatrice diventa quasi una persona ultraterrena e il simbolo di qualcosa di ideale e perfetto. Tale concetto di donna angelicata accoglie dallo stile “Dolce Stil Novo”, alla cui scuola appartiene.
Dante comincia a scrivere la Divina Commedia nel 1307. L’opera diventa il piu’ gran capolavoro dell’interra letteratura medievale e uno dei piu’ celebri e famosi libri mondiali. Dante ci accompagna attraverso l’Inferno, il Purgatorio e infine arriviamo ai piedi del Paradiso. Ci viene mostrata una gran galleria dei personaggi, da quelli mitologici a quelli contemporanei. Mediante tutti loro ci narra di tante passioni, preggi e difetti umani.