William Shakespeare e’ autore di 154 sonetti e 37 dramme. Una delle dramme piu’ famose e’ la dramma “Amleto”. Amleto e’ la tragedia scritta nel 1601 o nel 1602 anno.
Shakespeare per lo piu’ l’ispirazione per le sue opere la trovava nelle storie precedenti e proprio per questo si suppone che il suo Amleto sia ispirato dalla “Storia di Danimarca” di Saxo Grammaticus, scritta nel dodicesimo secolo, e da un’altra opera persa col tempo, cioe’ “Ur-Amleto” di Thomas Kyd.
L’idea principale di Amleto e’ la storia di un re danese, Amleto, che cerca di vendicarsi di suo zio che ha ucciso il padre di Amleto per poter sposare sua madre e cosi’ prendere il trono reale. Per farcela a realizzare le sue perfide intenzioni, viene all’idea di fingere di essere pazzo. Pero’, Shakespeare decide di rendere la trama ancor piu’ complicata in modo che faccia spesso i suoi lettori affrontare numerosi dilemmi, questioni e dubbi morali attraverso l’opera. E’ vero che Amleto ha visto la fantasma di suo padre? La madre di Amleto e’ veramente colpevole per la morte di suo padre? La morte di Ofelia e’ una pura coincidenza o si tratta del suicidio? In tal modo questa tragedia ottiene un gran valore perche’ si gira attorno a molte questioni morali, come per esempio quella piu’ famosa e importante: Amleto ha ragione di uccidere il re e cosi’ vendicare suo padre?
Genere letterario: dramma
Luogo dell’azione: Danimarca
Tempo della trama: Medioevo
Il tema dell’opera: la vendetta di Amleto per l’omicidio di suo padre e il dilemma morale di questo atto
L’idea dell’opera: la storia di un re danese, Amleto, che cerca di vendicarsi di suo zio che ha ucciso il padre di Amleto per poter sposare sua madre e cosi’ prendere il trono reale
Riassunto
Primo atto
La trama della tragedia si svolge ad Elsinore, una citta’ portuale sulla costa nord-orientale della Danimarca. La tragedia inizia a mezzanotte appunto, durante il cambio della guardia tra Francisco e Bernardo. Francisco avvisa Bernardo di aver passato una note tranquilla e subito se ne va. Intanto arrivano Orazio e Marcello a vigilare insieme a Bernardo.
Discutano di un strano fenomeno visto gia’ due volte e proprio in quel momento compare la fantasma vestita da capo a piedi da guerriero tenendo in mano un bastone di maresciallo. Aveva l’aspetto del defunto re danese. Orazio, un uomo dotto ed istruito, si rivolge alla fantasma in latino, pero’ la fantasma scompare senza parole. La guardia conclude che cio’ che hanno visto era piu’ di una semplice fantasma e che tutto cio’ che sta succedendo non puo’andare a finire bene.
Si mettono a raccontare la storia del re danese che in un duello ha vinto Fortebraccio dopodiche’ ottiene tutta la ricchezza che quello possedeva. Ora il nipote di Fortebraccio sta preparando un’armata e vendetta contro la Danimarca per riprendersi i territori persi nel duello. Lo credevano per le comete sul cielo, l’eclissi del sole e per altri strani fenomeni naturali che in quei tempi, secondo le credenze popolari, annunciavano terribili disgrazie.
La fantasma appare un’altra volta e i soldati gli ordinano di dire qualcosa, pero’ in quell’istante si fa sentire il canto di un gallo dopodiche’ la fantasma svanisce di nuovo. Secondo un’antica credenza danese il canto del gallo a mazzanotte predice il risveglio di Apollo, il dio del Sole e il figlio di Zeus. Secondo la credenza le fantasme hanno paura di Apollo e per questo ne scappano. La guardia prende la decisione di mettere al corrente dell’apparizione dello spirito il giovane Amleto, il figlio del re defunto.
La mattina seguente il re danese Claudio, il fratello del defunto Amleto, avvisa tutti i ciambellani di aver sposato la regina Gertrude, la madre di Amleto. Viene menzionato anche il giovane Fortebraccio che gli ha mandato una lettera in cui richiede tutti i territori e le ricchezze che Amleto aveva tolto da suo zio, ora gravamente ferito e legato al letto.
Claudio manda ora Cornelio e Voltimando da Fortebraccio per portagli il suo messaggio. Learte, il figlio del ciambellano Polonio, prega che il re gli permetta il ritorno in Francia, da dove e’ venuto per la coronazione del re. Il re acconsente.
Adesso il re si rivolge al principe Amleto, che e’ ancora vestito di nero e soffre per la morte di suo padre. Claudio prega Amleto che si tolga il nero consollandolo di volergli bene come il suo proprio figlio e che anche lui possa tenerlo come il suo proprio padre. Lo ammonisce che la morte e il dolore che proviamo siano le cose naturali. Pero’, se la tristezza dura troppo a lungo, questo e’ il segno di testardaggine e superbia.
La madre e il re lo pregano di rimanere in Danimarca e di non tornare a Wittenberg, la famosa universita’ tedesca a cui Amleto stava studiando prima della morte di suo padre. Amleto gli ubbedisce e decide di fare la festa in questo onore.
Amleto, ora rimasto da solo, si confessa a se stesso lamentandosi della sua faticosa e dolorasa vita menzionando anche che preferirebbe morire se il suicidio non fosse un peccato. Si sta lamentando per la morte di suo padre provando d’altra parte un gran oddio per il fatto che sua madre si e’ sposata col fratello di suo padre solo un mese dopo la morte del padre. Tale tipo di rapporto in quei tempi era considerato come un incest.
Allora arrivano da Wittenberg Francisco, Bernardo ed Orazio a trovare Amleto. Gli parlano dello spirito, gia’ qualche volta visto dalla guardia nel cuore della note. Gli stanno descrivendo tutti gli avvenimenti che sono capitati recentemente ed Amleto decide di vigilare insieme a loro per poter parlare con lo spettro di suo defunto padre.
E’ arrivata l’ora della partenza di Learte per la Francia. All’addio ammonisce sua sorella Ofelia che stia attenta di non innamorarsi di Amleto perche’ lui appartiene ad una stirpe molto piu’ alta rispetto alla sua. Come il futuro erede del regno, non gli sarebbe permesso di amarla e di sposarla. Arriva suo padre Polonio per salutarsi con suo figlio dandogli alcuni consigli: di non prestare i soldi, di non litigare, di non essere maleducato, di tenersi stretto i suoi buoni amici e di trattenere sempre la sua opinione a se stesso.
Dopo che Learte se n’e’ andato, Polonio chiede ad Ofelia della sua relazione con Amleto. Lei gli risponde che Amleto le ha dichiarato l’amore dopodiche’ Polonio le ripete il consiglio di suo fratello ammonendola di non fidarsi delle sue false dichiarazioni d’amore. Ofelia promette a suo padre di obbedirgli.
Quella notte Amleto, Orazio e Marcello fanno la guardia aspettando la comparsa dello spettro. Poco dopo la mezzanotte appare lo spettro di suo padre facendogli segno di seguirlo ed Amleto accetta. Amleto accetta e decide di parlare con lo spirito nonostante i consigli dei suoi compagni che la fantasma gli possa fare del male. Amleto gli risponde che, se la sua anima e’ immortale, lo spettro non puo’ fare niente. Eppure Orazio e Marcello decidono di seguire Amleto.
Nel buio della notte lo spettro si rivolge ad Amleto dichiarando di essere lo spirito di suo padre ritornato sulla terra e costretto di errare cosi’ di notte finche’ non paghi il prezzo per tutti i suoi peccati. Infatti, viene sulla terra per trovare suo figlio per poter rivelargli la verita’ sulla sua morte e per ingiungergli di vendicarlo.
Anche se era sparsa la falsa voce che il vecchio re fosse stato punto da un serpente, la vera verita’ e’ che era stato assassinato da suo fratello Claudio, cioe’ dallo zio di Amleto. Un giorno mentre stava dormendo nel suo orto, e’ venuto Claudio versandogli un veleno mortale nell’orecchio. Il padre di Amleto, ucciso cosi’ senza potersi pentire dei propri peccati e condannato ad errare nel Purgatorio, adesso prega suo figlio di punire Claudio per tutto il male che ha fatto con la Danimarca e per la seduzione della sua amata moglie Gertrude. Pero’, lo ammonisce di non fare male a sua madre e di lasciarla invece al cielo. Lo spettro sul far della mattina scompare, mentre Amleto gli promette di mantenere la sua promessa.
Arrivano Orazio e Marcello ed Amleto decide di non dirgli nulla di cio’ che lo spettro di suo padre gli ha detto. Invece li fa giurare sulla sua spada di non rivelare nulla degli avvenimenti di questa notte avvisandoli anche che d’ora in poi dovra’ fingere di essere pazzo. In quel momento dal profondo della terra si sente la voce dello spettro, ormai invisibile, che li costringe a giurare per tre volte sulla spada di Amleto. Loro gli ubbediscono.
Secondo atto
Qualche settimana dopo, Polonio manda in Francia un suo emissario Rinaldo per spiare Learte perche’ voleva sapere quale vita suo figlio conduceva. Dopo quello sopraggiunge Ofelia a dire a suo padre di un insolito comportamento di Amleto. Amleto era apparso improvvisamente nella sua camera, l’aveva preso per mano guardandola a lungo con uno sguardo doloroso, mentre aveva addosso i vestiti sporchi e strappati. Polonio conclude che Amleto sia impazzito per l’amore verso Ofelia e che si comporti cosi’ proprio per la sua fredezza.
Il re e la regina invitano alla sua corte Guildenstern e Rosencrantz, amici universitari di Amleto, perche’ loro due cerchino di aiutarli a scoprire la vera causa della sua pazzia. Loro due accettano di aiutarli.
Intanto arriva dalla Norvegia un messaggero che porta la notizia che Fortebraccio abbia deciso di invadere la Polonia piuttosto che la Danimarca. E per questo esige dalla Danimarca un passaggio libero attraverso la terra per il suo esercito.
Polonio anzi menziona al re e alla regina di essere sicuro che Amleto sia impazzito per l’amore verso Ofelia e tra l’altro gli fa vedere tutte le lettere che Amleto le invia. Alla fine decide di trovare un modo per verificare se tutto cio’ sia vero. Siccome Amleto vaga spesso da solo per il castello, Ofelia lo affrontera’ mentre loro due saranno nascosti.
Rosencrantz e Guildenstern lo ricordano ad Amleto e lui, dopo aver capito la situazione, li costringe ad ammettere di essere stati inviati dal re e dalla regina. Lo scopo era scoprire il motivo della sua malinconia e della tristezza. Amleto allora gli spiega di non essere tutto il tempo pazzo: la maggior parte del tempo e’ sano, pero’ ogni tanto impazzisce.
Sulla corte allora arrivano alcuni attori ed Amleto chiede ad uno di loro di recitare la storia della caduta di Troia e dell’omicidio del re e della regina. Appena rimane da solo, decide di costringere il re a guradare l’intera scena dello spettacolo la cui trama assomiglia molto all’uccisione di suo padre. Se suo zio e’ veramente colpevole, di sicuro lo mostrera’ tramite un qualsiasi gesto o reazione. In tal modo Amleto avra’ le prove della morte di suo padre.
Terzo atto
Polonio e il re procedono col loro piano e si nascondono per poter osservare Amleto di segreto. Amleto arriva e pronuncia il monologo famoso in cui porre la domanda sulla misteriosa uccisione di suo padre. A quel punto sopraggiunge Ofelia e, per ordine di suo padre, si rivolge ad Amleto dicendogli di voler restituirgli tutti i segni della loro amore. Amleto le risponde che una volta l’amava, ma nello stesso tempo nega il suo amore per lei. Le consiglia di entrare in convento maledicando la sua falsa bellezza. All’uscita dichiara di rinunciare a tutte le donne in generale e di essere contro tutte le forme di matrimonio. Quelli gia’ sposati, secondo lui, dovrebbero rimanere cosi’ (tranne il re), mentre tutti agli altri non dovrebbe essere permesso di sposarsi mai.
Claudio alla fine viene alla conclusione che la follia di Amleto non sia dovuta alla sua gran amore verso Ofelia e che in verita’ Amleto non sia affatto in preda alla pazzia. Impaurito e preocuppato che qualcosa di male gli possa capitare, decide di mandarlo in Inghilterra, con la speranza che il viaggio gli fara’ bene. Polonio si mette d’accordo col re nonostante la sua convinzione che la follia di Amleto sia eppure dovuta ad un dispiacere d’amore non corrisposto. Suggerisce al re di metterlo a confronto con la madre Gertrude, credendo che lei sia l’unica persona a cui Amleto dira’ la vera verita’. Intanto lui intende di origliare il loro colloquio.
Arriva l’ora dello spettaccolo in cui una scena assomiglia all’uccisione di padre di Amleto e lui incarica Orazio di spiare le reazioni del re durante la rappresentazione, mentre Amleto intende di fingere di essere pazzo. In una scena chiamata, “La trappola per i topi” , gli attori esprimono il loro amore. La regina lascia il re a dormire nell’orto, ma nel frattempo ci viene un uomo che gli versa del veleno nell’orecchio. L’assassino comincia a corteggiare la regina con l’intenzione di sedurla, pero’ alla fine non ci riesce. Allora il re Claudio si sente molto male dopodiche si alza dando l’ordine che si accendano le luci nella sala. Lo spettacolo improvvisamente viene interrotto.
Amleto tutto esaltato lo prende seriamente come una vera prova della colpa del re. Si rivolge alla madre promettendo di non aver nessun’intenzione di farle del male perche’ il re voglia che sia cosi’.
Il re adesso diventa sempre piu’ deciso di mandare Amleto il prima possibile in Inghilterra, mentre Polonio gli ricorda il suo piano di spiare il suo colloquio con la madre Gertrude. Il re finalmente rimane da solo e provando rimorsi comincia a pentirsi. E’ consapevole che l’uccisione e’ un gran peccato, pero’ tuttavia si prega di ottenere il perdono dei suoi peccati anche se non e’ pronto di rinunciare la sua acquistata posizione e titula.
Inginocchiandosi comincia con la sua preghiera nel momento in cui arriva Amleto che, vedendo il re tutto preso dai rimorsi, decide di risparmiargli la vita perche’ uccidere lo zio in preghiera gli farebbe guadagnare il paradiso e questo sarebbe per lui un premio invece del castigo che in realta’ merita.
La regina Gertrude e Polonio si trovano nella sua camera in attesa dell’arrivo di Amleto. Polonio e’ convinto di, nascosto cosi’ dietro una tenda, poter scoprire la vera ragione dello strano e insolito comportamento di Amleto. La regina rimprovera Amleto per aver offeso lo zio Claudio, mentre Amleto rimprovera sua madre che invece lei e’ stata ad aver offeso il suo vero padre. Avendo paura che Amleto possa farle del male, la regina chiede l’aiuto, mentre Polonio a questo punto fa la stessa cosa. Amleto, credendo che dietro la tenda sia Claudio, uccide invece Polonio.
La regina lo accusa per l’uccisione e lui le risponde che il suo peccato non e’ meno grave di quello che Claudio ha fatto, uccidendo suo fratello e prendendo con violenza il suo trono reale.
Amleto di seguito si rende conto di non aver ucciso Claudio, ma Polonio e rimprovera sua madre la sua condotta indegna, il suo matrimonio con Claudio e la sua mancanza di rispetto nei confronti del suo marito defunto. Amleto si rivolge adesso alla fantasma, visibile solo a lui, mentre la regina, vedendolo conversare da solo, gli dice di essere davvero pazzo. Lo spettro del re defunto ammonisce Amleto di non aver ancora compiuto la sua vendetta e di dover uccidere Claudio.
Amleto cerca di convincere sua madre che in realta’ non sia pazzo, ma che al contrario faceva solo finta di esserlo e le consiglia di non dirlo a Claudio. Lei acconsente promettendogli di custodire il suo segreto.
Quarto atto
Subito dopo l’incontro con Amleto, la regina si reca a Claudio e gli racconta tutto cio’ che e’ successo. Claudio adesso diventa consapevole che, se lui fosse stato nascosto dietro la tenda, adesso sarebbe gia’ morto. Decide di dover mandare al piu’ presto Amleto in Inghilterra e per questo incarica Rosencrantz e Guildenstern di trovare il cadavere di Polonio, pero’ Amleto rifiuta di rispondergli dove ha nascosto il corpo. Di seguito ammette a Claudio di averlo nascosto sotto le scale nella sala reale dopodiche da l’ordine ad Amleto di prepararsi subito per la partenza e che la nave e’ gia’ pronta. Manda anche Rosencrantz e Guildenstern insieme a lui per essere sicuro che Amleto non tornera’ vivo dal viaggio.
Vicino al porto della Danimarca, Amleto, Guidenstern e Rosencrantz incontrano Fortebraccio col suo esercito che chiedono al re il permesso di attraversare la Danimarca per andare a conquistare la Polonia. Amleto vuole sapere perche’ siano in guerra con la Polonia e il capitano gli risponde di combattere con il paese per alcuni sterili terre. Amleto rimane sbalordito che la gente, pur sapendo di non poter raggiungere niente, tuttavia si decide a combattere per alcune cose cosi’ insensibili e semplici. Lui invece, con la vendetta di suo padre e l’onore di sua madre farebbe molto di piu’ per il suo paese e la sua gente. Da quel momento comincia a rimproverarsi della sua inerzia e si decide a mettere in atto la sua decisione di vendicarsi.
Arriva il figlio di Polonio, Learte, di ritorno della Francia per vendicarsi della morte di suo padre. Vedendo Ofelia comportarsi in un modo abbastanza strano sin dalla morte del padre, rimane ancor di piu’ arrabbiato. Claudio gli ammette che Polonio sia stato ucciso esigendo da lui di trovare il vero colpevole e di sfogare la sua rabbia e vendetta solamente su di lui.
Orazio riceve una lettera di Amleto. Amleto gli spiega che la sua nave e’ stata attaccata dai pirati e che questi alla fine gli hanno risparmiato la vita e adesso lo mandano al suo paese. Amleto prega Orazio di condurre questi marinai dal re e dalla regina perche’ hanno un messaggio molto importante da trasmettergli. Anche chiede ad Orazio di cercarlo perche’ ha qualcosa da dirgli di Guildenstern e Rosencrantz.
Intanto Claudio sta spiegando a Learte di aver dovuto sepelire Polonio in segreto e di non aver castigato Amleto perche’ il popolo e la regina gli vogliono molto bene e per questo non voleva essere la stradella della discordia tra di loro. Poi entra un messaggero e annuncia loro il ritorno di Amleto con una lettera. Learte rimane contento perche’ cosi’ avra’ finalmente l’opportunita’ di vendicarsi.
Claudio e’ d’accordo col suo piano della vendetta perche’ tiene Amleto un gran pericolo e per questo induce Learte a battersi con Amleto in duello in cui potrebbe ucciderlo. Per essere sicuro che Amleto sara’ ucciso in duello, viene all’idea di usare una vera spada su cui punta intende cospargere un veleno mortale. Se, per caso, vince Amleto, il re gli offrira’ una coppa col vino avvelenato. In quel momento entra la regina Gertrude annunciando la morte di Ofelia, che si e’ suicidata per la tristezza annegandosi.
Quinto atto
La scena si apre al cimetero dove due becchini stanno litigando se Ofelia, che si e’ suicidata, meriti di essere sepelita al cimetero. Amleto ed Orazio discuttono con questi becchini della tomba, ma loro due non vogliono rivelare a chi essa appartiene. Arriva il corteo funebre per salutarsi per l’ultima volta con Ofelia e con tutti loro anche la regina, il re e Learte. Appena adesso Amleto si rende conto che la fossa in realta’ appartiene alla sua Ofelia. Amleto davanti a tutti grida e confessa il suo amore per Ofelia dopodiche inizia a battersi con Learte gridando che farebbe di tutto per amor di Ofelia. Claudio prega Learte di aver pazienza e gli ricorda il suo piano del duello.
Amleto ammette ad Orazio di aver sostituito la lettera del re in cui si esige la sua esecuzione con la lettera in cui invece si chiede di giustiziare Rosencrantz e Guildenstern verso cui non prova piu’ nessuna compassione perche’ lo hanno tradito. Gli solo dispiace per il comportamento verso Learte in cui riconosce se stesso e il suo desiderio di vendicarsi e per questo decide di chiedergli il perdono. Quindi, prima del duello tenta di riconciliarsi con Learte, ma lui non accetta le scuse di Amleto.
Subito all’inizio del duello Amleto vince il primo assalto, ma rifiuta la coppa avvelenata finche’ non vince il secondo. Dopo il secondo assalto la regina Gertrude si alza e, nonostante l’avvertimento del re, prende la coppa e beve il vino alla salute di Amleto. Nella confusione che ne segue, Amleto e Learte si scambiano le spade e Amleto ferisce Learte con la sua propria punta avvelenata.
La regina grida di essere avvelenata e muore. La stessa cosa capita a Learte che nell’ultimo momento rivela ad Amleto tutto cio’ che ha fatto. Amleto si getta allora sul re, lo trafigge con la punta della spada avvelenata e lo costringe a bere il vino avvelenato. Amleto e Learte si salutano dopo essersi riconciliati dopodiche Learte muore. Amleto allora confessa ad Orazio il suo ultimo desiderio, che infatti vuole che Fortebraccio, il principe della Norvegia, eredi il suo trono e regni sulla Danimarca. Intanto Fortebraccio lo informa della esecuzione di Guildenstern e Rosencrantz. Orazio poi si mette a raccontare e spiegare tutti i dettagli che hanno causato la tragedia. Di seguito, per fargli onore, portano fuori Amleto come se fosse un guerriero.
Personaggi: Amleto (il principe danese), lo spettro del padre di Amleto (fantasma del defunto re), Claudio (il nuovo re, zio di Amleto), Gertrude (la regina, mamma di Amleto), Ofelia (figlia di Polonio e fidanzata di Amleto), Laerte (figlio di Polonio), Polonio (consigliere dei sovrani), Orazio, Rosencrantz, Guildenstern: amici di Amleto, compagni di universita’ (Wittemberga), Fortebraccio (principe di Norvegia), Francesco e Bernardo (sentinelle), Marcello (soldato)
Analisi dei personaggi
Amleto – il protogonista della tragedia, un giovane erede della Danimarca a cui una notte appare lo spettro del suo padre defunto, che gli informa di essere stato ucciso dal suo proprio fratello e suggerisce ad Amleto di vendicarlo. La profondita’ e il vero valore del suo carattere ghiacce nel fatto che il lettore ha sempre una sensazione che Amleto sappia o pensi piu’ di quello che dice. Ci lascia la sensazione di essere una persona indecisa, pero’ la sua indecisione e’ causata dal suo gran desiderio di sicurezza e di agire nel modo migliore. Tuttavia, spesso agisce in modo impulsivo, frettoloso e sconsiderato (l’uccisione di Polonio, per esempio).
E’ lacerato da molte domande sulla morte e sulla vita che spesso si fa e a cui non sa rispondere, il che si vede tante volte dai suoi monologhi. Prorio grazie ai monologhi apprendiamo che sta pensando al suicidio, pero’ non lo fa perche’ sa che questo sarebbe un grave peccato. D’altra parte si pone la domanda se sia morale vendicarsi del padre se esistono le forti prove della sua uccisione. Anche se durante tutta la trama Amleto cerca di rimandare di fare la giustizia, alla fine vendica l’omicidio del padre, uccide lo zio, pero’ per sfortuna lo paga con la propria morte.
Claudio – il fratello del padre di Amleto. Dopo aver ucciso suo fratello, prende per forza il suo trono reale e sposa la sua moglie Gertrude, la madre di Amleto. Non viene tormentato dai dilemmi morali e, se cio’ che fa, sia giusto e corretto o no. E’ sempre pronto a fare tutto per trattenere il potere e il suo trono e ci riesce sempre mediante la sua perfida manipulazione. Appena scopre che Amleto ha ucciso Polonio, rimane sconvolto ed impaurito pensando che al posto di Polonio poteva invece essere lui stesso, il che ci da un’altra prova del suo egoismo. Il suo egoismo viene dimostrato anche nel momento in cui si pente di tutto cio’ che ha fatto pregando anche per il perdono, pero’ nello stesso tempo non intende rinunciarsi al potere e al suo trono reale. Alla fine dell’opera la pena che subisce per tutti i suoi peccati e’ la sua propria morte.
Gertrude – la madre di Amleto e la regina danese. Ci sono molte domande che riguardano questo personaggio ed alcune di esse rimangono ancor sempre poco chiare. La questione principale e’ se anche lei era il complice del omicidio o no. A volte pare di si, ma nella scena in cui Amleto le sta spiegando che e’ stato Claudio ad uccidere il re, in base alla sua reazione sembra come se non ne sapesse nulla. Poi si pone la domanda se lei sia solo una persona la cui ingenuita’ e’ stata abusata perche’ Claudio possa prendere il trono reale o il suo matrimonio eppure sia una mossa premeditata con cui cercava di assicurare e rinforzare il suo trono e potere. Lei si veramente fida della confessione di Amleto di non essere pazzo? Rivela la confessione di suo figlio a Claudio solo perche’ crede di poter salvarlo o lo eppure tradisce apposta?
Se tutto cio’ ha fatto coscientemente, allora la morte che subisce alla fine potrebbe essere interpretata e spiegata come la punizone meritata.
Lo spettro del padre di Amleto ammette di averla molto amata e la descrive come una donna onesta, ma alla fine viene tradita, manipolata ed usata mediante le false promesse da parte di Claudio. Per questo prega Amleto di non farle del male.
William Shakespeare biografia
William Shakespeare era un attore, drammaturgo e poeta inglese le cui opera sono tradotte in tutte le lingue mondiali. E’ considerato da molti il poeta piu’ celebre e rappresentativo del popolo e della lingua inglese. Ci lascia in eredita’ i numerosi capolavori di cui molti si godevano e i quali anche oggi ricordano a mollte generazioni quei tempi gloriosi.
William e’ nato a Stratford-upon-Avon, il 23 aprile del 1564, nello stesso anno in cui muore uno dei piu’ grandi pittori di tutti i tempi, Michelangelo. William proviene da una gran famiglia come il terzo e il piu’ grande di otto figli.
Nonostante la scarsita’ di documenti riguardanti la sua vita privata, sulla base delle informazioni che esistono possiamo concludere che proviene da una famiglia benestante. Il padre John Shakespeare era un ricco commerciante (guantaio e conciatore) che era tanto ricco che poteva permettersi di richiedere un “coat of arms”, uno stemma familiare con l’immagine di un falco attaccato ad una lancia, trassmissibile di padre in figlio.
Nel 1571 John e’ scielto per il governatore della citta’ di Stratford. La madre di William era Mary Arden, figlia del ricco agricoltore Robert Arden. William frequentava la scuola (“Th King’s New School”) nella sua citta’ di nascita’, dove aveva l’opportunita’ di leggere le opera di Plauto, Cicero, Ovidio e Terenzio.
E’ probabile che abbia lasciato la scuola nel 1582, per alcuni crisi finanziari in cui e’ caduto suo padre. Non si sa molto di questo periodo, tranne il fatto che il 18 settembre del 1582 sposa a Stratford Anne Hathaway. Ben presto dopo essersi sposati, nasce la loro prima figlia Susannah e poi i gemelli Amleto e Judith.
In base ad alcune opere in cui esprime il suo pensiero contro matrimoni in giovane eta’ si puo’ concludere che non era felice nel suo matrimonio con la donna otto anni piu’ grande di lui. Fino al 1592 anno non si sa di preciso cosa ha fatto. Si suppone che durante quel periodo la maggior parte del tempo avesse dedicato alla scrittura e alla recitazione. In quel periodo scrive i poemi : “Lo stupro di Lucrezia” e “Venere e Adone”. Nel 1596 muore suo figlio Amleto, mentre nel 1601 anche suo padre John.
Dopo la cerimonia di nozze di sua figlia Susannah muore sua madre Mary, mentre nel 1613 anche suo fratello Richard, nello stesso anno in cui viene distrutto il teatro “The Globe” durante un incendio, dove tra l’altro Shakespeare lavorava e per cui ha scritto molti dei suoi capolavori. Negli ultimi anni della sua vita decide di tornare a Statford, dove muore il 23 settembre del 1616.
L’intera produzione shakesperiana puo’ essere divisa in alcune fasi: all’inizio scrive drammi storici, poi in eta’ matura grandi tragedie a cui dedica la maggior parte dei suoi anni.
Lo stile dei suoi primi drammi era ricco dell’umorismo rinascimentale, in cui il linguaggio volgare e le figure retoriche coesistono nello stesso tempo. Da quel periodo risale la sua opera piu’ famosa, “Romeo e Giulietta”.
L’eta’ matura potrebbe essere chiamata “La fase tragica”, quando Shakespeare esprime il suo conflitto interno verso la sessualita’. L’opera piu’ nota di quel periodo e’ “Amleto”.
Negli ultimi anni del suo esordio, compone le opere sempre piu’ scure. Come per esempio, “Troilo e Cressida” e “Misura per misura”.
Shakespeare ha scitto anzi 37 drammi, divisi in drammi romanzeschi, drammi classici, drammi storici e commedie.
Le sue opera piu’ famose sono: “Enrico IV”, “Riccardo III”, “Romeo e Giulietta”, “La bisbetica domata”, “La commedia degli errori”, “I due gentiluomini di Verona”, “Pene d’amore perdute”, “Il mercante di Venezia”, “Amleto”, “Otello”, “Re Lear”, “Misura per misura”, “Il racconto d’inverno”, “La tempesta”.