Con il romanzo "Lo Straniero" Albert Camus ottiene il suo primo grande successo su cui influenzano la filosofia di Nietzsche, la filozofia dell'esistenzialismo di Sartre e maggiormente la sua propria filosofia di assurdita'. Il romanzo appartiene all'epoca del tardo modernismo (dagli anni quaranta agli anni settanta … [Leggi di più...] infoLo Straniero
Albert Camus
Albert Camus e' stato un filosofo, romanziere, drammaturgo, saggista e anche il vincitore del premio Nobel. E' rimasto conosciuto per il suo insolito modo di sentire e descrivere l'esistenza umana, visto che uomo moderno considerava un mostro.
Albert Camus e' nato il 7 di novembre del 1913 in Milleblevin, nella citta' di Algeri. Albert proviene da una famiglia di origine mista. La madre viene da Minorca, mentre i genitori di suo padre provengono dalla Francia, da una regione chiamata Alsazia.
Purtroppo, Camus perde suo padre all'inizio della prima guerra mondiale, dopodiche' insieme a sua madre e al resto della famiglia si sposta ad Algeri. Camus non aveva un'infanzia felice dato che la maggior parte della sua vita passa in povere condizioni sociali. Grazie all'aiuto del suo insegnante Jean Greiner, vince una borsa di studio e riesce ed iscriversi alla scuola media.
Dopo aver finito la scuola media, s'iscrive all'Universita' di Algeri per studiare la filosofia. L'intero tempo era attivo in un movimento di resistenza per cui alla fine aderisce al Partito Comunista. Pero', qualche anno dopo decide di lasciarlo.
Durante gli studi, oltre a studiare, si occupa molto dello sport e percio' nel 1929 entra in una squadra di calcio nella quale eccelleva come portiere. Purtroppo, un anno dopo viene colpito dalla tubercolosi e percio' e' costretto a rinunciare al calcio.
Durante gli studi prende una pausa e per qualche tempo lavora come venditore degli attrezzi macchine. Lavora anche come insegnate privato e per qualche periodo anche come meteorologo.
Nel 1936 riesce a laurearsi in filosofia con una tesi su Plotino e Sant'Agostino. In quel periodo della sua vita si dedica molto a leggere Malraux, Nietzsche, Pascal, Kierkegaarda ed Epiktet.
Nel 1957 riceve il premio Nobel, cioe' dopo Rudyard Kipling era la seconda piu' giovane persona che ricevette un premio cosi' prestigioso. Il premio, a suo parere, gli viene ufficialmente consegnato in base al saggio "Riflessioni sulla pena di morte", e non per il romanzo "La caduta".
Durante la seconda guerra mondiale faceva la parte del movimento di resistenza, mentre nel 1945 diventa il primo redattore della rivista "Le Combat" dopodiche' dal 1947 si dedica solo alla letteratura.
Finita la guerra, Camus si reca con Sartre verso gli Stati Uniti a tenere lezioni e discorsi sulla filosofia francese. Nonostante il suo sostegno al partito di sinistra, era molto rigido verso la filosofia Comunista per cui, dopo la sua pubblicazione del saggio "L'uomo in rivolta", decide di rompere l'amicizia con Sartre.
Nel saggio sopra menzionato intendeva darci la sua spiegiazione sulla Rivoluzione da cui si poteva chiaramente vedere il suo atteggiammnto del comunismo. Il suo primo gran contributo alla filosofia ha dato grazie alla teoria dell'assurdita' in cui parla come la gente tende a dare il senso al mondo il quale in verita' non ci puo' offrire niente. Tutto cio' viene spiegato nel suo saggio "Il mito di Sisifo".
Negli anni '50 Camus dedica la maggior parte del suo lavoro creativo ai diritti umani, mentre due anni dopo rifiuta la collaborazione con l'organizzazione mondiale dell'UNESCO dopodiche' nel 1953 protesta contra la repressione dell'Unione Sovietica.
L'intera sua creativita' si basa sull'idea dell'assurdita' del destino umano. Percio' decide di opponersi all'assurdita' secondo cui funziona questo mondo. Per tutta la sua vita cerca di sottolineare l'impatto negativo che la vita in citta' ha sulla civilta' moderna, l'impatto che col tempo perde ogni legame con la natura.
Tra le sue opera bisogna sottolineare il ciclo che tratta il tema dell'assurdita': il romanzo "Lo Straniero" (1942), il saggio "Il mito di Sisifo" (1942), la drama "Caligola" e il ciclo della ribellione: il romanzo "La peste", il saggio "L'uomo in rivolta", la dramma "Lo stato d'assedio" e la drama "I giusti".
Albert muore in un incidente stradale a sud-est di Parigi, il 4 gennaio del 1960.
Il suo piu' gran desiderio da sempre era di essere preso per un individuo e non per un membro di un'ideologia perche' l'uomo, secondo lui, e' piu' importante di qualsiasi istituzione. Da sempre insisteva di non essere collegato a nessuna delle ideologie che la societa' ci impone.