“Antigone” e’ stato scritto da Sofocle (nato nel 497/496 a.C.). La tragedia fu manifestata per la prima volta nel 442. a.C. La trama si concentra su un eroe tragico che affronta il propio destino. L’introduzione di Antigone e’ collegata alla tragedia di Eschillo “I sette contro Tebe” e “Edipo re” di Sofocle.
Un indovino aveva consigliato al re di Tebe Laio di non avere figli, ma lui lo ignoro’ e ebbe il figlio Edipo. Infatti fu punito alla nascita’ e questa punizione duro’ fino al terzo ginocchio della sua famiglia. Il re Laio fu ucciso dal propio figlio Edipo che in seguito sposo’ la madre Giocasta. Da questo matrimonio incestuoso uscirono quattro figli: Ismene, Antigone, Polinice ed Eteocle.
La maledizione colpi’ anche i due figli che si trovavano sui lati opposti. Polinice commandava sette eroi che andavano contro sette porte di Tebe, e Eteocle(sovrano di Tebe) diffendeva la sua citta’. In quell’incidente entrambi persero la vita. La tragedia di Antigone inizia proprio in quel momento.
Genere letterario: dramma
Luogo dell’azione: Tebe (il palcoscenico mostra la corte reale di Tebe)
Tempo dell’azione: durante il regno del re Creonte (il fratello di Giocasta che regno’ dopo Edipo)
Il tema dell’opera: Antigone e’ colpevole di aver seppelito il fratello rispettando le leggi degli Dei, e non quelle del re Creonte
L’idea dell’opera: le leggi morali sono le piu’ importanti
Riassunto
La tragedia e’ divisa in sette atti.
Primo atto
Sorgeva. Dalla corte reale per prima usci’ Antigone e dopo di lei Ismene. Antigone raccontava alla sorella le novita’ portate dal re Creonte. Per far capire al lettore ancor di piu’ il dramma, nelle note vengono descritti gli eventi che hanno portato a questa tragedia, il che ci aiuta molto per comprendere meglio gli atti successivi.
Quando i fratelli Polinice ed Eteocle crebbero e presero il posto del re Creonte, decisero di regnare Tebe con alterazione. Per primo regno’ Eteocle, anche se era piu’ giovane di Policine. Quando fini’ l’anno della sua governatura, siccome non volela rinunciare al trono, caccio Policine dalla citta’. Policine giunse ad Argo e sposo’ la figlia del re di Adrasto, che lo aiuto’ nella guerra con Tebe. Gli Arguciani occuparono Tebe, ma loro risposero altrettanto al primo attacco. Eteocle alla fine penso’ che era meglio se si fosse scontrato solamente con il fratello perche’ quello era un conflitto tra di loro. In questa guerra entrambi persero la vita. Gli eserciti litigarono su chi fosse il vincitore. I tebani attribuirono la vittoria a se perche’ Eteocle aveva ferito per primo il fratello. Invece gli arguciano si consideravano vincitori perche’ Eteocle mori’ per primo. Da questa lite venne fuori un nuovo attacco fra i due regni, ma questa volta vinsero i Tebani.
L’atto ritorna al presente dove Antigone parlava del nuovo commando di Creonte che diceva che era nato un male tra i fratelli. Il re Creonte permise solo la sepoltura di Eteocle ed invece Policine nomino’ traditore di Tebe. Lascio’ il corpo di Policine agli uccelli, mentre colui che non avrebbe rispettato le leggi sarebbe stato colpito da tutta la citta’ con sassi. Antigone cerco di salvare il fratello con l’aiuto della sorella. Decise di seppelire il fratello, anche se Ismene non ne era d’accordo. Ricordo’ ad Antigone la tragedia che era successa alla loro famiglia: quando il padre seppe della propia maledizione, decise di perdere la vista, mentre la madre si tolse la vita a causa dei peccati del marito. Per questo motivo doveva obbedire al re perche’ dopo la morte dei fratelli erano rimaste solo loro. Le donne erano piu’ deboli e infatti considerava che non dovevano avere conflitti con uomini. Il destino della donna era sempre controllato da una persona piu’ forte di lei ed Antigone doveva riconciliarsi con questo fatto.
Ismene poteva chiedere aiuto al mondo sotteraneo, ma lei decise di rivolgersi al potere del pianeta Terra. Antigone era arrabiata ed infatti non volela piu’ l’aiuto della sorella. Per la sepoltura del fratello era pronta a morire. Il mondo sotteraneo doveva essere rispettato piu’ del pianeta Terra ed Ismene, rifiutando di aiutarla, aveva solo trasgredito alla parola dei Dei.
La strofa introduzionale racconta dell’assemblaggio ed e’ invece la prima strofa della lite dei due fratelli. La prima antistrofa parla di Capaneo, uno dei capofila dell’esercito arguciano. Con il suo comportamento arrogante e, siccome sparlava di Zeus, per punizione fu colpito dal fulmine di Zeus cosi’ che tutte le parti del suo corpo furono disperse. La seconda strofa parla delle sette porte di Tebe ed ognuna fu attacata dai nemici. Eteocle vagava da porta in porta combattendo con i cooperatori e, appena furono onorati, i fratelli di Zeus non erano piu’ tra i guerrieri. La seconda antistrofa parlava del re attuale di Tebe, Creonte, e del suo convoco. Divento’ re siccome non esisteva un’altra famiglia reale o un discendente maschio.
Secondo atto
Arrivo’ Creonte con due accompagnatori. Convoco’ i vecchi saggi per decidere cosa fare con il destino dei figli di Edipo. Sapeva che loro rispettavano la volonta’ del sovrano anche prima di lui, e decise che Eteocle doveva essere sepolto e onorato. Cosi’ lo avrebbero stimato anche nel mondo sotteraneo. Invece Policine non fu sepolto ed onorato e il suo corpo fu dato in pasto agli uccelli e ai cani. Ordino’ anche alle guardie di sorvegliare il corpo morto in caso qualcuno volesse disobbedire e seppelirlo.
Una guardia riferi’ a Creonte che qualcuno aveva eseguito un rituale sacro sul corpo di Polinice e che lo aveva ricoperto con una tela. C’era conflitto tra le guardie ed accuse reciproche, quindi decisero che era meglio riferire tutto a Creonte. La guida in tutto quello senti’ il dito divino. Creonte era arrabbiato, dubitava sui ribelli che erano contro di lui e il suo governo. Le sue decisoni erano assurde: per prima cosa volela sentire cosa ne pensassero i vecchi saggi, poi li rimprovero’ dicendo che non c’era nessun giudizio divino in quello. Dubitava anche che i ribelli avevano pagato qualcuno per eseguire l’atto vietato. Reputava il denaro come male perche’ a causa dei soldi molte citta’ sono state distrutte e molte persone dovettero lascire la propia casa. Secondo Creonte il denaro era un cattivo insegnante e puntava all’astuzia. Alle guardie fu’ ordinato di trovare il colpevole. La guardia si offese per le accuse e disse anche che la corte aveva emesso un verdetto sbagliato. Ma Creonte non era interessato alla sua predica, volela solo trovare il colpevole.
Alla fine del secondo atto arriva il primo stasimo. Nel primo verso il coro canta del potere umano che e’ piu’ grande di ogni altra cosa. L’uomo gestisce tutto sulla terra. Naviga sul mare con le navi e con i suoi aratri coltiva la terra. Nella prima antistrofa parla del potere umano sugli animali, uccelli e creature del mondo sottomarino. L’uomo caccia tutto con una rete perche’ e’ ingegnoso ed abile. Con le sue abilta’ addomestica le bestie, cavalli e tori. Nel secondo verso canta della morte la quale l’uomo non puo’ evitare nonostante tutte le medicine. Nella seconda antistrofa parla dei pregi e dei difetti dell’uomo al quale viene data la scelta di rispettare la parola di Dio o essere traditore del propio paese.
Terzo atto
La guardia porto’ Antigone al re. L’aveva vista mentre sistemava la tomba per il fratello morto. Descrisse a Creonte come era riuscito a catturarla in azione. Quando ritorno’ dal cadavere, tolse la polvere e scopri’ il corpo. Si sedettero sulla scogliera per non sentire il cattivo odore. Sentirono la ragazza piangere. E la ritrovarono di nuovo vicino al corpo del fratello mentre lo ricopriva di polvere e versava su di lui latte, vino e miele. La ragazza non mostro’ di avere paura. Confesso i propi peccati e la guardia senti compassione nei suoi confronti.
Di fronte a Creonte Antigone amise che voleva seppelire Polinice. Era in conoscenza della legge che era stata approvata, solo che lei non la rispettava perche’ non era stata introdotta da Zeus e dalla giustizia. Non volela essere maledetta dai Dei e per questo non gli dispiaceva morire. Creonte decise di punirla per quello che aveva fatto. Non poteva perdonare questa trasgressione perche’ cio’ significherebbe che lui fosse una donna e lei un uomo. Reputava che lei e sua sorella dovessero essere uccise.
La guardia si reco’ a prendere Ismene che capi’ che Antigone era nei guai e decise di confessare il peccato. Era in conflitto con Antigone e considerava che la sorella non avesse un carattere forte siccome ubbediva alle autorita’. La vita di Ismene non aveva senso senza la sorella. Le guardie portarono Ismene con se e il suo destino rimane sconosciuto al lettore. Antigone era sposata con Emone, il figlio di Creonte. Il re non voleva che suo figlio si sposasse con una donna malvagia.
Di nuovo appare il statimo. Anche questa volta composto da due strofe e due antistrofe. Nella prima strofa ed antistrofa il coro canta del male e della sofferenza che colpi’ la famigli di Labdaco (i discendenti di Labdaco che erano il padre di Laio e il nonno di Edipo).
Quarto atto
Arrivo’ Emone. Lui era d’accordo con la decisione del padre perche’ lui lo guidava nella vita. Era sempre ubbidiente e leale nei confronti del padre. Ascoltava i suoi consigli e non permetteva all’amore di portarlo verso la strada sbagliata. Creonte non poteva perdonare ad Antigone quello che aveva fatto perche’ cio’ significava che permetteva ad una donna di comandare un uomo, e non voleva perdere il potere. Doveva essere un esempio per il suo popolo, doveva rispettare la legge che lui stesso aveva proclamato e non volela cambiare la sua decisione.
Il figlio Emone si reco’ verso il popolo per sentire la loro opinione. Quando torno’, cambio’ l’idea e supplico’ il padre di risparmiare la vita di Antigone. Il popolo si lammentava del fatto che una donna doveva morire umiliata per un atto giusto. La guardia ed Emone implorarono Creonte di ascoltare la voce della gente. Il sovrano non governa da solo e il suo governamento non era composto solo dalla sua corte. Una delle caratteristiche di un sovrano buono era quello di onorare colui che e’ pieno di conoscenza. Creonte considerava il figlio inesperto e lo accuso’ di essere alleato con la moglie. Ordino’ alle guardie di portare Antigone per poi ucciderla davanti agli occhi di Emone. Emone se ne ando’ pieno di rabbia, mentre Creonte decise di mettere Antigone nel sotterraneo e nutrirla minimalmente, giusto per tenerla in vita.
Il terzo statimo composto da due strofe e antistrofe canta di Eros e del amore che fa si’ che i padri e figli entrino in conflitto.
Quinto atto
Portano via Antigone. La guardia senti compatimento verso di lei mentre si recava verso la cella. Mentre camminava Antigone invitava tutte le persone a seguirla nel regno delle anime e piangeva a causa del proprio destino. Passava in mezzo alla gente a testa alta. Era l’unica che anadava nell’Ade per sua volonta’.
In questo atto ci sono due antistrofe, un esodo (la parte conclusiva della tragedia greca) e il quarto statimo. Antigone parlava del triste incidetne che era capitato a Niobe che la stava aspettando sulla roccia. Rimpiangeva se stessa perche’ andava verso la cella senza le persone care attorno a lei ed era innocente. In quella cella lei non sara’ viva, ma nemmano morta. La guardia, mentre Creonte non c’era, corse l’occasione per consolarla.
Camminando verso la cella Antigone si ricordo’ dei genitori che ora la stavano aspettando nel Ade. Il coro era dalla parte di Antigone perche’ lei aveva rispettato la parola dei santi. Nell’esodo Antigone parla del suo destino infelice e per Creonte lei era gia’ morta. Antigone si rivolse ai genitori e ai fratelli. Il loro amore per lei era il piu’ importante. Lei avrebbe reagito diversamente se al posto del fratello fossero stati il marito o i figli, perche’ il marito lo puo’ trovare di nuovo ed avere figli, ma il fratello non glielo avrebbe ridato nessuno perche’ i suoi genitori erano morti. Lei sarebbe stata punita anche se era innocente ed aveva agito giustamente. Antigone esce dal palco.
Nel quarto statimo il coro canta di Danae, figlia del re Acrisio. Lei aveva un destino simile ad Antigone. Il coro canta anche di Licurgo, Fineo e Cleopatra. Ognuno di loro non aveva rispettato la legge e la famiglia e alla fine tutti sono stati puniti in qualche modo.
Sesto atto
Appare Tiresia, l’indovino cieco, che si rivolge a Creonte dicendogli che i suoi uccelli avevano prevvisto qualcosa di brutto. Aveva seguito il volo degli uccelli per un po’ e si era accorto di un rumore sconosciuto. Aveva paura e voleva sacrificarsi, ma fu rifiutato. Tiresia era avvertito dai Dei che Teba era contaminata perche’ Polinice non era stato sepolto. Avevano permesso al suo corpo di marcire al sole e di essere mangiato da vari animali. Disse a Creonte che aveva sbagliato e che aveva ancora tempo per racconciare la situazione. Creonte gli rispose che tutti gli indovini pensavano solo ai soldi e che non aveva intezione di seppelire Polinice. A questo punto Tiresia gli pronostico’ una morte nella sua famiglia perche’ i Dei non volevano avere a che fare con il corpo di Polinice ed avevano mandato da lui la dea della vendetta e della maledizione.
L’indovino torno’ a casa, e il guida avverti’ Creonte che Tiresia non aveva mai sbagliato una previsione. E lo consiglio’ anche di cambiare l’idea per prevenire dolore nella sua famiglia. Creonte cambio’ opinione e convoco’ i servi per seppelire Polinice. Nel quinto statimo il coro canta una canzone allegra siccome Creonte aveva cambiato l’idea e perdonato Antigone. Speravano che tutto sarebbe finito bene e pregavano per la salvezza di Tebe.
Settimo atto
Arrivo’ il messagero. Lui divulgo’ la storia di Creonte dal momento in cui divento’ il re di Tebe. Aveva due figli, Emone e Meneceo. Meneceo si era forato sul collo con un pugnale, per far si’ che Tebe vinca la guerra, come Tiresia aveva previsto. Aveva trovato anche Emone morto. In quel momento Euridice usci’ dal palazzo e il messagero’ gli riferi’ quello che era successo. Suo marito Creonte si era avviato verso un altopiano per pulire il corpo di Polinice, incediarlo e seppelirlo. Dopo di che ando’ verso la cella di Antigone per liberarla. Ma troppo tardi, lei si era suicidata. Emone era abbattuto e nei suoi occhi si vedeva l’odio e la rabbia verso il padre. Tento’ di attacare Creonte, ma lui si difese. Pieno di rabbia e con una coscienza non molto sana, Emone si uccise.
Quando Euridice venne a sapere quello che era successo, si avvio’ verso il palazzo con i servi. Arrivo’ Creonte tenendo la mano su Emone. Segue il canto del coro composto da una strofa e due antistrofe. Creonte piangeva per la morte del figlio e capi’ che lui era il colpevole per quello che era successo. Allora’ giunse il messagero con brutte notizie. Euridice si era uccisa e lei considerava Creonte colpevole per tutto. La porta del palazzo si apri’ e Creonte vide la moglie morta. Disse ai servi di portarlo via da li’ ed invoco’ la morte anche per se’.
Il guida alla fine defini’ che per essere felici si dovevano rispettare i commandamenti dei santi. Una persone prepotente capira’ di aver torto solo dopo aver sentito un dolore simile a quello di Creonte.
Personaggi: Antigone ed Ismene (figlie di Edipo), Creonte (il loro zio e il re di Tebe), Euridice (moglie di Creonte), Emone (figlio di Creonte e Euridice, e fratello di Meneceo), Tiresia (indovino), la guardia, il primo messaggero, il secondo messaggero, il coro dei vecchi di Tebe
Analisi dei personaggi
Antigone – per lei i comandamenti dei santi sono tutto. Considerava la famiglia piu’ importante del marito e dei figli. Dall’inizio fino alla fine (fino a quando non si suicida) lei era convinta di aver ragione e preferiva morire piuttosto che lasciare il corpo del fratello non sepolto. In nessun momento lei sentiva la paura della sua decisione, anche se rimpiangeva il propio destino. Non voleva accettare la decisione di Creonte. Viveva secondo le propie regole. Per lei la coscienza era la cosa piu’ importante. Non le importava il fatto che sarebbe morta senza essersi sposata o creato una famiglia. Lei sapeva che avrebbe incontrato la famiglia nel regno delle anime. Critico’ la sorella di non avere coraggio per opporsi alle leggi della terra e di non aver aiutato nella seppoltura del fratello. Ismene riteneva che la sorella non aveva la coscienza sana. Il suo suicidio era solo l’indicatore che Creonte non era un buon sovrano del suo destino.
Ismene – l’opposto di Antigone. Lei aveva paura delle propie decisioni. Non aveva coraggio per opporsi alle leggi. Solo quando scopri’ che la vita della sorella era in pericolo, decise di aiutarla anche se Antigone non lo aveva permesso. Antigone le disse che aveva deciso di morire e che lei doveva vivere. Ismene era troppo debole per opporsi alla citta’. Nella tragedia il destino di Ismene e’ sconosciuto. Con Antigone ed Ismene si spegne la dinastia di Labdaco.
Creonte – una testa dura che sempre era guidato solo dalle propie leggi. Considerava che la donna non si poteva oppore all’uomo. Non voleva ascoltare nemmeno il figlio perche’ credeva che Antigone aveva convertito la sua coscienza e riteneva anche che il figlio era immaturo per prendere decisioni. Nonostante la sua testardaggine, Creonte alla fine cambio’ l’idea, ma troppo tardi. Tiresia lo indusse a questo cambiamento con le terribili previsioni. Comincio ad avere un po’ di paura quando la guida lo avverti’ che l’indovino non aveva mai sbagliato la predizione. Con la sua testardaggine aveva solamente causato la morte di entrambi i figli e la moglie Euridice, che considerava lui colpevole per tutto.
Emone – il figlio minore di Creonte e marito di Antigone, che appare nel quarto atto. All’inizio viene presentato come un giovane che non mette in dubbio le azioni del padre e gli permette di guidarlo verso il futuro. Pensava che suo padre sapesse quale era la cosa migliore per lui, infatti non discusse quando il padre decise di impedirgli di sposare Antigone. Cambio’ l’idea quando scopri’ che la gente non era d’accordo con la decisione di suo padre. Litigo’ con Creonte perche’ non lo voleva ascoltare e lo consideravano troppo immaturo per capire il punimento di Antigone. Considerava anche che Antigone lo avesse incantato e non era in grado di prendere decisioni razionali. Nel settimo atto trovo’ Antigone morta nella cella. Prese la spada e cerco’ di attacare il padre. Pieno di rabbia si uccise anche lui.
Tiresia – l’indovino appare anche nella tragedia “Edipo re”. Era notevole il fatto che Tiresia prevedeva fatti negativi che sono significati non solo per i personaggi, ma sono anche un’introduzione dell’azione all’interno della tragedia. In “Antigone” appare nel sesto atto. Siccome era cieco e vecchio, veniva guidato da un ragazzo. Per Creonte era molto importante perche’ tutte le sue previsioni erano esatte. Venne a dire a Creonte che gli Dei non volevano il suo sacrificio perche’ Tebe aveva sbagliato nei confronti dei loro commandamenti. Siccome aveva consetito che il corpo di Polinice marcisca e venga mangiato da vari animali, fu’ mandata una Dea della vendetta. Infatti, Creonte veni’ punito con la morte dei suoi cari. Tiresia era giustiziere, ma siccome Creonte lo accuso’ di essere interessato solo ai soldi, lascio che il destino faccia il suo. Pieno di rabbia verso Creonte ordino’ al ragazzo di allontanarlo da li’.
Sofocle biografia
Sofocle (495-406 a.C.) e’ nato a Colono, una citta’ vicino ad Atene e proveniva da una famiglia benestante. Era un dramaturgo greco. Inoltre era uno dei tre drammaturgi piu’ famosi insieme ad Eschilo ed Euripide.
Sebbene era un noto poeta, era attivo anche negli affari di stato.
Ha scritto piu’ di cento tragedie, di cui sono state salvate solo sette: “Antigone”, “Elettra”, “Edipo re”, “Trachinie”, “Aiace”,”Filottete”, “Edipo a Colono”. E’ stato anche preservato un pezzo del dramma, “I cercatori di tracce”.
Dopo Eschilo anche Sofocle introdusse delle novita’. Inseri’ un terzo attore, aumento’ il numero delle persone nel coro da dodici a quindici, mentre il coro inizio’ solo a seguire l’atto. L’uomo era in primo piano. Poi abbandono’ il mondo greco dei miti.