Robinson Crusoe e’ il primo, ma anche il piu’ famoso romanzo che parla di un naufrago che ha dovuto imparare a soppravivere in un isola deserta. Lo ha scritto Daniel Defoe e cosi’ e’ diventato uno dei nomi piu’ grandi della literatura per i giovani, sebbene questo libro non sia stato scritto esclusivamente per le generazioni future. Il romanzo e’ diventato la parte della cultura e la parola Robinson inizia ad usarsi nel linguaggio comune e rappresenta un uomo che vive in un posto deserto e cerca di soppravivere in ogni modo. Anche se il romanzo e’ scritto nel 1719, ancor oggi e’ molto popolare. Sono stati girati molti film e scritti tanti libri illustrati a seconda del libro. Ci sono anche varie storie di persone che sono smarrite in posti deserti e isolati ispirate proprio a questa.
Questo eccellente romanzo avventuroso di Daniel Defoe è stato ispirato da una storia vera di un marinaio scozzese che ha trascorso quattro anni in un’isola deserta. Quest’isola fino al 1966. fu chiamata Mas a Tierra, fino a quando le autorità cileanesi non la ribattezzarono in isola Robinson Crusoe.
Basato alla storia Daniel Defoe ha creato il personaggio Robinson Crusoe che gia’ a 19 anni e’ scappato di casa in cerca di un avventura. Era in cerca del mare e di esperienze nuove. La fortuna lo lascio’ con sollecitudine – o forse aveva trovato quello che cercava? In viaggio per Londra una tempesta colpi’ la sua nave. Nonostante questo Robinson ha continuato il suo viaggio, ma la sua nave veni’ occupata dai pirati e lui trascorse diversi anni in schiavitu’.
Riusci’ a scappare e fini’ in Brasile dove compro’ un po’ di terra e inizio’ a lavorare sulla produzione dello zucchero. Per qualche tempo visse in Brasile e riuscì a gestire con successo la piantagione, ma siccome alcuni mercanti insistevano all’aquisto degli schiavi, Robinson approvo’ anche. La sua nave veni’ colpita da una terribile tempesta e la nave affondo’ vicino alla costa del sud America.
Robinson era l’unico sopravissuto. Finì su un’isola deserta dove avrebbe trascorso 28 anni. La nave si arreno’ vicino alla riva e infatti molte parti della nave ha potuto usare per costruire casa e strumenti necessari per preparare il cibo. Ha trascorso molti anni da solo, ma e’ anche riuscito a mantenere la mente sana nonostante tutto.
Un giorno si accorse di non essere solo. Incontro’ una persona poco socievole, un selvaggio. Lui e’ diventato lo schiavo, ma anche il migliore amico di Robinson. Per tanti anni lui era il sinonimo di servo e anche uno dei personaggi piu’ famosi nella literatura per i giovani. Robinson ha avuto l’occasione di andare via dall’isola quando una nave inglese si e’ fermata. Il capitano della nave lo aiuto’ a ritornare a casa.
Questo straordinario romanzo, e’ considerato un classico della litteratura mondiale. In Zagabria è apparso per la prima volta nel 1796., tradotto da Antun Vranić. Ma è interessante il fatto che il romanzo di Daniel Defoe non sia solo tradotto, ma e’ anche stato riformulato nel modo in cui mostrava le avventure di Robinson come risultato di un comportamento crudele. In questa versione la storia non viene raccontata come la confessione di Robinson, come è nell’originale, ma come una storia dove il padre racconta alla figlia e i suoi amici questa vicenda. Il libro conteneva 30 storie morali che il padre raccontava ogni sera.
Genere letterario: romazo di avventura
Luogo dell’azione: Brasile, Inghilterra, isola deserta
Tempo dell’azione: 18. secolo
Il tema dell’opera: le avventure di Robinson Crusoe
L’idea dell’opera: con la fede e la constanza tutto e’ possibile
Riassunto
Primo atto
Robinson Crusoe è nato nel 1632, a York. Aveva due fratelli, uno era un tenente in una fanteria inglese nelle Fiandre e fu ucciso in una battaglia con gli spagnoli. Robinson non ha mai saputo che fine ha fatto l’altro fratello.
Crusoe e’ stato educato a casa e in una scuola in campagna. Suo padre voleva che lui diventasse un avvocato, ma il desiderio di Robinson era di essere un navigatore. I suoi genitori avevano cercato di fargli cambiare idea. Il padre lo assicurava che stava commettendo un errore, dicendo gli che, vagando per il mondo, non avrebbe mai ottenuto nulla. Gli spiego’ anche che loro si trovavano nella classe migliore e che quindi non dovevano essere tormentati col pensiero se sopraviveranno, né preoccuparsi dell’orgoglio e del desiderio di vivere nel lusso. La classe media viene seguita dall’equilibrio, la società e dalla salute, e non avrebbe senso rifiutare la posizione in cui era nato. Il padre gli aveva anche promesso che avrebbe riuscito ad avere tutto quello che desiderava perche’ lui aveva combatutto per quello. Gli ricordo’ anche la fine che aveva fatto il suo fratello maggiore, che anche come lui era in cerca di avventura e voleva realizzare i propri desideri.
Nonostante le saggie parole del padre, il giovane Crusoe non poté resistere e decise di iniziare a viaggiare. Nel settembre del 1651, circa un anno dopo aver parlato con i genitori del viaggio, senza piani pre-fatti, Crusoe si sedette sulla nave, a convinzione di un amico, e intraprese il viaggio verso Londra. Poco dopo li colpi’ una tempesta. Crusoe pensava alle parole del padre. Insistette che suo padre aveva sempre ragione e decise di tornare a casa. Ma quando la tempesta fini’ e il mare si calmò, il rimorso di Crusoe diminuì e dimenticò che voleva tornare.
Dopo sei giorni di viaggio si fermarono a Yarmouth e lì aspettarono che il vento si calmasse per continuare a navigare. Diversi giorni erano senza preoccupazioni, ma il vento era cresciuto di nuovo. I marinai cominciarono a preoccuparsi e Crusoe tornò a pensare alle parole del padre. La situazione era così grave che diversi marinai e capitani avevano iniziato a pregare. Alla fine una nave più piccola era arrivata e li ha salvati. Hanno mandato a loro una barchetta sulla quale sono saliti con molta difficolta’. Visto che non aveva senso cercare di reimbarcarsi su quella piccola nave e tutti erano d’accordo sul fatto che era meglio rimanere vicino alla costa.
Sono riusciti a trovare la terra e le persone che vivevano in quel posto hanno fornito aiuto e persino offerto loro del denaro per tornare a Hull o a Londra. A causa della vergogna, quando e’ tornato a Londra, non voleva tornare a casa e intraprese un altro viaggio, questa volta verso la Guinea.
Secondo atto
A Londra, Crusoe incontrò un capitano della nave che decise di portarlo con se verso la Guinea. Il Capitano era un uomo onesto e sincero e diventarono presto amici. Crusoe era riuscito a raccogliere un po ‘di soldi e, come gli aveva consigliato il capitano, aveva comprato dei giocattoli che poi avrebbe venduto. Il capitano non era solo un amico per lui, era anche un insegnante che lo ha educato e fatto di lui un mercante e navigatore. Quello fu’ l’unico viaggio di successo per Robinson. Il capitano mori’ e Crusoe si imbarco’ sulla nave di un ex vice capitano.
Questo viaggio non ebbe successo. Una nave pirata di Salija li attacco’ vicino alla costa africana. Loro cercarono di difendersi, ma senza successo perche’ alla fine sono stati presi come prigionieri nel porto di Salem, che apparteneva al Mauritius.
Il capitano della nave prese Crusoe come sua merce perché era giovane e agile, salvandolo cosi’ dalla morte sicura. E’ stato prigioniero per due anni e spesso cercava il modo per liberarsi e fuggire. Il capitano navigava sempre meno a causa della scarsita’ di soldi e cosi’ inizio’ a portare Crusoe e altri prigionieri con se a pesca. Un giorno il capitano ordino’ a Robinson e ad altri due schiavi di andare a pesca perche’ aveva ospiti. Robinson cosi’ inizio ad escogitare un piano per scappare. Aveva caricato la nave con cibo e armi. Non aveva una destinazione specifica. Per lui l’importante era scappare da quel posto terribile. Si era sbarazzato di Mauro, uno dei prigionieri che si era avviato con lui, spingendolo nel mare e minacciandolo con il fucile. Gli aveva dato la scelta di nuotare fino alla riva o sparargli se si avvicinava alla nave. Mauro era un gran nuotatore, quindi si diresse verso la riva. Con Robinson rimase Xury che accetto’ di accompagnarlo nel viaggio. Navigarono per cinque giorni, fino a quando non erano sicuri di essere abbastanza lontani da Mauro. Arrivarono vicino alla costa e Crusoe aveva pianificato di arrivarci nuotando durante la notte, ma fu fermato dai rumori che vari animali producevano sulla riva. Non avevano solo paura degli animali, ma anche dei selvaggi, che li avrebbero probabilmente mangiati. Nonostante questo, Xury giunse sulla riva dove trovo’ un coniglio e acqua potabile. Continuarono il loro viaggio, sperando di incontrare una nave inglese.
Terzo atto
Si diressero verso il sud e navigarono in quella direzione per una decina di giorni. Alla costa si avvicinavano solo per ripristinare le riserve d’acqua. Notarono che sulla spiagga c’era gente, che appena li videro, iniziarono ad esaminarli. Avevano paura di avvicinarsi, quindi si mettevano d’accordo con segnali a una certa distanza. Chiesero un po’ di cibo, cosi’ la gente gli porto’ un po’ di carne e grano e gliela lascio’ sulla riva e si allontanarono in modo che Crusoe e il ragazzo potessero prenderli. Pero’, Crusoe riusci’ a restituire il favore molto presto siccome due grandi animali arrivarono sulla costa. Crusoe prese il fucile e ne uccise uno, poi si rese conto che era un leopardo. L’altro animale spaventato dalla sparatoria riusci’ a fuggire. Gli aborigeni erano felicissimi, specialmente quando Crusoe regalo’ loro l’animale ucciso. Loro infatti gli portarono un altro po’ di cibo e acqua che Crusoe accetto’ con gratitudine.
Crusoe e il ragazzo continuarono a navigare e presto notarono una nave portoghese. Riusciorono ad attirare la loro attenzione e la nave rallento e cerco di avvicinarsi. Il capitano della nave portoghese era un uomo generoso e non volela prendere nulla che Crusoe aveva offerto come ringraziamento. Lui era contento di essere riuscito a salvare la vita di qualcuno e si aspettava lo stesso dagli altri. Gli aveva anche promesso che lo portava in Brasile. Crusoe consegno’ il ragazzo Xury al capitano, con l’accordo che il capitano avrebbe liberato il ragazzo dopo dieci anni se si fosse battezzato, e il ragazzo accetto’ anche questa opzione. Raccomandato dal capitano, Crusoe passo’ un po’ di tempo a lavorare in una piantagione e fabbrica di zucchero, dove Crusoe acquisto una grande conoscenza sulla produzione dello zucchero.
Crusoe decise di approfittare dei soldi che aveva guadagnato e comprare una piccola piantagione, dove lui stesso per due anni produceva zucchero, non traendo molto profitto, ma era abbastanza per sopravivere. Il capitano lo aiuto’ a recuperare il denaro che aveva lasciato a Londra, con il quale lui aveva comprato tutti gli strumenti neccessari per la produzione. Dopo quattro anni la sua proprieta’ si era sviluppata.
Un giorno diversi proprietari di piantagioni chiesero a Crusoe di essere il loro esperto commerciale e partire con loro verso la Guinea, dove volevano prenderli le persone di colore di nascosto come schiavi e distribuirli tra di loro. Il primo settembre 1659. si imbarcarono sulla nave. Viaggiarono per un po’, ma prima di giungere alla destinazione, dovettero fermarsi per riparare la nave. Nel momento in cui videro la terraferma, accostarono la nave. Presto inizio’ una terribile tempesta e non avendo scelta, l’equipaggio dovette lasciare la nave e proseguire con la barca. La tempesta era forte. Crusoe combatte’ con onde enormi che alla fine lo gettarono su una roccia e lui perse la conoscenza.
Crusoe arrivo’ fino alla costa felice di essere vivo, ma presto si rese conto che non aveva molte possibilita’ di soppravivere in quel posto. Si trovava in un isola deserta, non aveva cibo, non aveva dei vestiti puliti e asciutti. Gli animali selvaggi di solito uscivano di notte, infatti era un rischio per lui. Ma lui trovo’ una fonte di acqua potabile e si sistemo’ su un albero che era alto e spinoso e dove poteva dormire tranquillo.
Quarto atto
Al mattino Crusoe si sveglio’, pero’ era caduto dal albero e vide una barca che si era schiantata sulla stessa roccia, come Crusoe il giorno prima. In quel momento capi’ che tutti potevano essere ancora vivi se fossero riusciti a rimanere a bordo. Infatti era discpiaciuto e aveva difficolta’ ad affrontare quello che era successo.
Usando una corda risuci’ ad arrampicarsi sulla parte anteriore della barca. Trovo’ del cibo che per fortuna non si era bagnato. Usando l’albero di mezzana e vari pannelli riusci’ a costruire una zattera per trasportare tutto quello che aveva trovato sulla barca. Si forni’ di cibo, bevande e attrezzature da lavoro, che per lui fu una sorpresa e anche un gran aiuto. Trovo’ anche armi, due fucili e due pistole. Mentre trasportava avveni’ un altro incidente, ma per fortuna la zattera aveva restistito e tutto era rimasto al suo posto.
Dopo aver deposto tutto sulla costa, decise di esplorare l’area e trovare un posto adatto dove poteva vivere. Scopri’ che si trovava su un isola che era circondata dal mare. Aveva concluso che l’isola era disabitata e che li’ abitavano solo animali selvaggi. Durante l’esplorazione aveva ucciso vari uccelli, a lui sconosciuti, e infatti non era sicuro se fossero mangiabili. Aveva costruito una piccola capanna con casse e assi e li’ passo la notte. Sapeva che la prossima tempesta avrebbe distrutto la barca e infatti torno’ sulla roccia a prendere quello che era rimasto. Aveva creato una piccola tenda con dei veli e pali che aveva circondato con casse e barili vuoti per proteggersi dai visitatori indesiderati. Non appena penso’ di aver preso tutto dalla barca, trovo pane, farina, zucchero e rum.
Il ventunesimo giorno inizio’ la tempesta che distrusse la barca, ma Crusoe non si lamento’ perche’ aveva quasi tutto cio’ che gli poteva essere utile. Era giunto il momento di creare un posto migliore e piu’ sicuro. Trovo’ un altopiano e li’ alzo la tenda. Aveva creato un recinto con delle corde. Con la tela aveva fatto la tenda e dentro aveva messo tutto quello che possedeva. Dietro la tenda scavo’ una buca che usava come cantina. Ogni giorno, almeno una volta, andava in giro per l’isola ad esplorarla e conoscere gli animali. Scopri’ che l’isola era abitata dalle capre, che a volte erano difficili da catturare.
Gli faceva amarezza solo il fatto che era da solo sull’isola deserta. Spesso pensava al futuro e ai piani per fornire cibo e altre scorte. Si rese conto che poteva perdersi totalmente, infatti su un palo aveva scritto la data di arrivo sull’isola, il 30 settembre 1659. Tracciava ogni giorno un trattino e cosi’ manteneva aggiornato il suo calendario.
Sulla barca trovo’ anche due gatti e un cane. I gatti se li porto’ con se e il cane salto’ in acqua e inzio a seguirlo. E’ stato un compagno fedele per anni. Ha lavorato quasi un anno sulla tenda. L’aveva circondata da un potente recinto, fatto da colonne e funi, e intorno al recinto aveva creato un muro. Sollevo’ le travi e le tiro’ su per essere protetto dalla pioggia. Aveva anche scavato la roccia per avere piu’ spazio, ma anche per avere una piccola uscita dalla parte posteriore. Decise anche di costruire un tavolo, una sedia e una mensola dove poteva posare le sue cose. Per un po’ di tempo scriveva un diario, ma siccome rimase senza inchiostro, non ebbe altra scelta che smettere di scrivere.
Quinto atto
Crusoe descrive come aveva elaborato gli strumenti neccesari per costruire la tenda e scavare la grotta. Dopo aver espanso la grotta a sufficienza, c’e’ stato un incidente – il soffitto era crollato, cosi’ all’improvviso si trovo’ con un nuovo lavoro. Per proteggere la grotta da un nuovo crollo, sollevo’ due colonne e posiziono’ due assi sopra per fissare il soffitto.
Durante la caccia riusci’ ad acchiapare due capre. Una l’aveva uccisa e l’atra invece aveva ferito la gamba. Le porto’ entrambi a casa. Si preoccupava della capra ferita dopodiche lei si riprese e lui l’addomestico’.
Sulla costruzione del muro che lo avrebbe protetto dal nemico, aveva lavorato quattro mesi. Alla fine il muro era lungo 24m. Molte cose mancavano a Crusoe, ma lui non sapeva come costruirle. Non aveva candele e percio’ andava a dormire quando il sole tramontava.
Propio quadno si era sistemato, sull’isola succedette un terremoto. Crusoe era scioccato perche’ non aveva mai avuto esperienza con una cosa del genere e nessuno gli aveva mai parlato del terremoto. Stava seduto accanto alla tenda e temeva di morire fino a quando la situazione non si calmo’. Dopo il terremoto, inizio’ la pioggia con un forte vento, che ha solo causato problemi a Crusoe. Si riparo’ dalla pioggia nella grotta. Decise di spostare la tenda perche’ era sicuro che al prossimo terremoto la roccia sarebbe crollata. La mattina dopo stabili’ di dover costruire un campo nuovo.
Sesto atto
Le onde iniziarono a trasportare sulla riva i resti della nave che aveva distrutto la tempesta. Cosi’ Crusoe inizio’ a raccogliere oggetti nuovi per trasferirsi. La barca era ricoperta di sabbia, ma lui decise si prendere in qualche modo tutto quello che poteva. Ogni giorno la visitava, infatti raccolse pezzi di legno da costruzione, tavole, travi e chili di ferro. Ha lavorato per mesi su questo, infatti aveva raccolto abbastanza per costruire una nave, solo che lui non sapeva come.
Sulla riva trovo’ una tartaruga che immediatamente catturo’ e cucino’. Gli era piaciuta la sua carne. Il giorno dopo piovve per tutto il tempo, infatti Crusoe non usci’ da casa. Durante la notte si ammalo’, ebbe una febbre che lo tormento’ per un paio di giorni. A volte non mangiava ne’ beveva per giorni interi perche’ era debole per alzarsi dal letto e preparare qualcosa. Aveva la malaria e lui sapeva passare notti ad urlare fino a quando non si stancava ed addormentava. Per fortuna guari’, ma comunque usciva brevemente e non si allontanava molto.
Settimo atto
Erano passati dieci mesi da quando Crusoe stava sull’isola ed era convinto che nessuno fosse mai stato li’. Decise allora di esplorare di piu’ l’isola. Mentre vagava avvisto’ dei prati ricoperti di erba. Sfortunatamente non si sapeva molto sulle piante. Il giorno successivo prosegui’ da dove era rimasto, il prato spari’, ma ci trovo un sacco di frutta. Li’ c’erano tanti meloni e uva.
Quella notte non torno’ nella sua casa, ma sali’ su un albero per riposarsi e il giorno seguente continuo’ la sua esplorazione. Trovo’ una valle piena d’erba e fiori. Vide alberi di limone, arancio e cachi che erano selvatici. Decise di prendere questi frutti perche’ sapeva che sarebbe arrivato il brutto tempo di nuovo. Torno a casa per prendere i sacchi che li servivano a portare la frutta. Penso’ anche di trasferirsi in quella valle perche’ era atratto dalla sua bellezza, ma cosi’ non poteva vedere se qualcuno si avvicinava alla costa. Nonostante tutto, trascorse la maggior parte del mese di luglio nella valle dove costrui’ un posto al ombra.
Presto inizio il brutto tempo, quindi dovette tornare alla grotta. Porto’ con se l’uva secca che era eccellente per i mesi piovosi che arrivavano. Le piogge erano cosi’ forti che a volte rimaneva nella grotta per piu’ giorni senza uscire. Adesso che conosceva l’isola, sapeva quando erano i periodi piovosi e quando quelli secchi. In base a questo pianificava il lavoro e forniva cibo.
Ottavo atto
Crusoe decise di avviarsi verso la riva dall’altra parte dell’isola. Prese il cibo, le armi e si incammino’. L’altra parte dell’isola era molto piu’ piacevole. Si trovavano savane verdi e piene di foreste. Trovo’ un papagallo, al quale aveva insegnato a chiamarlo di nome. Si rese conto che aveva scelto il lato peggiore dell’isola per la vita. ll lato opposto era piu’ vivo, li’ vide molte piu’ tartaruge, capre e vari uccelli, ma anche pinguini. Ma lui riusci’ a soppravivere anche in questa parte dell’isola. Non li mancava mai cibo e infatti non si lammentava.
Decise di ritornare nella casa primaria, ma facendo una strada diversa. Cosi’ si trovo’ in una valle circondata da colline e infatti perse diversi giorni nel determinare la posizione. Per qualche giorno il tempo era nuvoloso ed era impossibile orientarsi usando la posizione del sole, quindi il ritorno’ duro’ un po’ di piu’. Durante il viaggio il cane di Crusoe trovo’ un piccolo agnellino e lui decise di addomesticarlo. Penso che convenisse allevare capre che in futuro potrebbe usare come fonte di cibo. Il papagallo presto divento’ amico con lui.
Passarono due anni da quando Crusoe arrivo’ all’isola. Decise di festaggiare l’anniversario siccome era da solo sull’isola e non aveva bisogno di niente. Penso anche di essere forse piu’ felice li’ sull’isola che nella sua vita di prima.
Il grano che aveva piantato inizio’ a spuntare, ma gli animali che addomesticava come dei conigli mangiavano tutte le foglie che nascevano. Decise di costruire un recinto e per proteggere ancor di piu’ il grano, lego’ il suo cane nelle vicinanze e il cane abbaiava tutta la notte per cacciare gli animali. Decise che non avrebbe usato il grano fino a quando non avesse avuto abbastanza per cucinare il pane e altro cibo e tutto quello che aveva raccolto usava come semi per produrre altro grano. Aveva anche ampliato il piantaggio perche’ aveva un abbondante quantita’ di grano.
Nono atto
Circa due mesi Crusoe cerco’ di produrre vasi di terra grassa, ma senza successo. Si rompevano al tatto o dopo averli asciugati al sole. Solo due piccoli vasi riusci’ a tradurre in realta’.
Cerco’ un pezzo di pietra con il quale poteva schiacciare e trattare il grano. Ma le roccie dell’isola erano di pietra sabbiosa e non potevano essere utilizzate a tale scopo, quindi Crusoe cerco’ di trovare un legno duro. Per tale elaborazione del grano aveva usato del cotone.
Una buona parte del terzo anno trascorso’ sull’isola producendo utensili per la cottura del pane. Divento’ molto abile nel cucinare il pane e altri dolciumi. Vicino alla costa trovo’ una barca, ma siccome non riusci’ a tirarla fuori dall’acqua, decise di costruirne una barca. Dopo tre mesi di lavoro finalmente riusci’ a costruire una barca che era abbastanza grande da poter trasportare lui e tutte le sue cose. Ma non aveva pensato ad un problema. Non aveva modo di trascinare la barca in acqua e quindi dovette rinunciare a quel piano.
Aveva abbastanza vestiti, siccome aveva trovato una dozzina di camicie sulla barca, ma anche loro iniziarono a diminuire e a sprecarsi. Usava la pelle secca degli animali che catturava. Da quella pelle ne aveva fatto un cappotto, dei pantaloni che li cadevano fino alle ginocchia e un capello. Decise anche di produrre un ombrello che lo avrebbe protetto dalla pioggia e dal sole. Nel Brasile imparo’ come si costruivano gli ombrelloni e dopo tanti tentativi riusci’ a farne uno a misura.
Decimo atto
Alla barca aveva rinunciato, ma non poteva e non volela rinunciare all’idea di andare via da questa isola, cosi’ trovo’ un nuovo albero e costrui’ una barca molto piu’ piccola che poteva trascinare verso l’acqua. Ma questa barca nuova era troppo piccola per resistere ad un’avventura cosi’ ambiziosa, cosi’ rinuncio’ del tutto all’idea di lasciare l’isola. Ma siccome avevva la barca, decise di fare un giro dell’isola. Dopo sei anni di resistenza sull’isola, il 6 novembre intraprese il viaggio.
Sebbene l’isola non fosse grande, per sfortuna lui si scontro’ con delle roccie e per questo dovette spingersi piu’ in la’ nel mare di quanto aveva prevvisto per trapassarle. Decise di gettare l’ancora e visitare la costa. Su quella costa rimase per tre giorni perche’ soffiava un vento fortissimo. Quando finalmente riprese il suo viaggio, la corrente lo reco’ nel mare aperto. Quando vide la sua isola da lontano, li sembro’ il posto piu’ bello del mondo e avrebbe fatto di tutto per tornare nella casetta che aveva costruito e la quale spesso oddiava.
Alla fine della giornata inizio’ a soffiare un vento leggero che fece Crusoe felice. Il vento lo trascino’ piu’ a nord e quindi si trovo’ all’altra estremita’ dell’isola. Nonostante i vari vertigi che incontro’, riusci’ ad arrivare alla riva. Poso’ la barca e si incammino’ verso la casa. Quando arrivo, si addormento’ subito perche’ era esausto. Li’ lo attendeva il suo papagallo. Decise di rinunciare alla scelta di lasciare l’isola e inizio’ a vivere una vita piu’ tranquilla per un po’. Lui stava bene sull’isola. L’unica cosa che gli mancava erano gli amici.
In molti mestieri aveva raggiunto il massimo. Siccome aveva trascorso undici anni sull’isola, comincio’ a pensare come poteva cacciare gli animali quando avrebbe finito tutti i proiettili. Aveva scavato una buca sulla valle dove le capre di solito mangiavano. Molte capre riusci’ cosi’ a catturare per poi addomesticarle. Costrui’ un recinto vicino alla valle e dopo qualche anno aveva una quarantina di capre. Cosi’ inizio a produrre il burro e il formaggio.
Undicesimo atto
Decise di tornare sulla roccia dalla quale aveva controllato il flusso del mare e la posizione della costa. Fu sorpreso quando vide il mare calmo. Capi’ che quando la marea iniziava ad innalzarsi e abbassarsi, si poteva notare la corrente. Voleva studiare bene i movimenti del mare per trasportare la barca dall’altra parte dell’isola. Presto rinuncio’ a questa idea perche’ si ricordo’ il pericolo che aveva sopravvissuto e decise di costruire una barca nuova. Cosi’ aveva una barca da ogni parte dell’isola. Ormai allogiava su tutta l’isola. Aveva una tenda e una caverna vicino alla riva e anche all’interno dell’isola. Possedeva anche una terra dove coltivava orzo, riso e uva. Aveva anche costruito un recinto perfetto per le capre, che non erano solo fonte di carne ma anche del latte dal quale riavava burro e formaggio. Tutto manteneva in un perfetto ordine.
Un giorno dall’altra parte dell’isola vide un’impronta di un piede umano. Si reco’ velocemente nella sua fortezza. Era terribilmente spaventato e confuso. Aveva anche pensato per un momento che potesse essere un diavolo. Non usci’ tre giorni dalla caverna e quando la paura inizio’ a diminuire era piu’ convitno di essere stato lui a lasciare l’impronta uscendo dalla barca. Era ora di mungere le capre e quindi si reco’ versa la sua casa di campagna, come la chiamava lui. Si condusse verso l’impronta per controllarla di nuovo, ma si accorse che era piu’ grande del suo piede. Quindi inizio’ a riparare la recinzione in modo da poter difendersi facilmente dagli ospiti indesiderati.
Dodicesimo atto
Passarano due anni da quando Cruseo vide l’impronta e da allora viveva con timore. Per proteggere il suo creggio di capre, decise di dividerle. Un gruppo sistemo’ su una valle che era ricoperta di erba e fiori, e infatti li’ non aveva dovuto lavarare tanto sul recinto. L’altra parte del branco lascio’ in caso che qualcuno arrivasse sull’isola. Mentre cercava un rifugio nuovo, avvisto’ una barca in lontananza . Crusoe viveva ormai da 18 anni sull’isola e non aveva mai incotrato un naufrago. Questo voleva dire che si nascondeva bene. Scese, si diresse verso il sud-ovest dell’isola dove aveva qualcosa da vedere – la spiaggia era piena di ossa umane. Allora capi’ che i selvaggi accostavano sull’isola per riparasi quando arrivavano troppo lontano. Inoltre portavano i loro prigionieri e li’ mangiavano.
Crusoe lentamente iniziava a tornare al suo vecchio stile di vita, anche se era molto piu’ prudente. Il suo pensiero principale era diretto ai selvaggi cannibali. Spesso pensava come poteva salvare una delle loro vittime. Trovo’ un posto sulla valle che uso’ come nascondiglio. Era armato e passo’ due-tre mesi a preservare l’isola, ma non succedette nulla di strano. Dopo aver riflettuto tanto, giunse alla conclusione che quello era il loro modo di vivere e non era una cosa che lo riguardava. Aveva paura ad accendere il fuoco perche’ non voleva che lo trovassero a causa del fumo. Aveva trovato una grotta nuova, per la quale pensava che era piena di oro. E decise di portare in quella grotta tutte le cose che gli stavano veramente a cuore.
Tredicesimo atto
Dopo 23 anni di vita sull’isola era convinto di vivere una vita piacevole. Per lui non era un problema passare il resto della vita li’, l’unico problema erano i selvaggi. Trovo’ vari modi per rilassarsi in compagnia di due gatti, e un cane che visse con lui per 16 anni fino a quando non mori’ di vecchiaia. Il papagallo Poll al quale aveva insegnato a parlare trascorse 26 anni con lui. Nella casa teneva anche un paio di agnelli addomesticati. Aveva addomesticato anche vari uccelli marini e altri papagalli che sapevano dire il suo nome, ma nessuno di loro sapeva parlare bene come Poll.
Arrivo’ il periodo di raccolta, infatti passo’ molto tempo fuori di casa.Una mattina, poco dopo il sole fosse sorto, vide il fuoco vicino alla riva sull suo lato dell’isola. Si diresse verso il nascondiglio per armarsi. Siccome era curioso, si reco’ verso la roccia e, grazie al binocolo, vide che sulla spaggia c’erano nuovi selvaggi. Dopo che andarono via, Crusoe era scioccato dagli orrori che aveva visto e da quello che era rimasto dopo il loro atto di cannibalismo. Passarono 15 mesi prima che li vide di nuovo, ma per tutto il tempo lui aveva paura di essere catturato. Una notte lo sveglio’ un rumore fortissimo. Stabili che era una barca. Subito accese il fuoco sulla riva per essere notato. E quando sorse il sole, vide che la barca era sprofondata. In quel momento ebbe una gran nostalgia di parlare con un altro essere umano.
Quattordicesimo atto
Esamino’ la barca che aveva trovato, ma non colse niente di utile. Crusoe decise di ritirarsi nella sua fonte. Pensava molto alla sua vita e al suo passato. Si rese conto di essere in pericolo perche’ i selvaggi potevano agredirlo quando non se l’avrebbe aspetatta. Rifletteva anche molto sul modo di vivere dei selvaggi. Crusoe era molto deluso. Quello che lo aveva colpito era il fatto di non sapere se qualcuno aveva sopravissuto su quella barca. Arrivo’ alla conclusione che l’unica possibilita’ per andare via dall’isola era di catturare la preda dei selvaggi, che avrebbe usato come guida per tornare a casa.
Osservava la costa per quasi un anno e non aveva mai notato un selvaggio o i loro canotti. Una mattina pero’ fu sorpreso dal fatto di aver visto 5 cannotti sulla riva. Cio’ significava che c’erano almeno venti selvaggi sul’isola e questo non gli andava bene. Avevano preparato due prede per mangiarle. Mentre dividevano la prima preda, l’altro uomo colse l’occasione e inizio’ a correre verso Crusoe. Crusoe prese i suoi due fucili e travolse due selvaggi. Il fuggiasco era molto grato, anche se parlavano in lingue diverse, riuscirono a capirsi. Robinson lo porto’ nella sua grotta dove li diede da mangiare. Li diede il nome Venerdi’ e inizio’ a insegnargli la sua lingua.
Quindicesimo atto
Crusoe decise di mostrargli altri tipi di carne e lo porto a caccia. Noto’ una capra che riposava all’ombra, prese il fucile e sparo’. Venerdi’ si terrorizzo’, tolse i vestiti per accudire la capra ferita e supplico’ Crusoe di non ucciderlo. Quella sera Crusoe preparo’ per la cena della carne e una zuppa. Il giorno dopo invece lo servi’ con un agnello arrostito. Gli mostro’ come battere il grano e come si preparava il pane. Presto anche Venerdi’ seppe compiere molti lavori come Crusoe. Crusoe preparava piu’ cibo perche’ doveva nutrire un’altra persona. Avevano ampliato il terreno per la semina e Venerdi’ era un lavoratore eccelente. Crusoe era curioso e infatti spesso chiedeva a Venerdi’ della gente del paese dal quale proveniva. Scopri’ che Venerdi’ era gia’ stato su questa isola con i suoi compatrioti. Con il tempo Crusoe e Venerdi’ diventarono amici e Crusoe racconto’ a Venerdi’ la sua storia, come aveva fatto a finire sull’isola e quello che aveva passato. Venerdi’ gli racconto’ che una volta una barca inizio’ a sommergersi e che lui, con l’aiuto di altre persone, riusci’ a salvare la barca dall’annegamento. Crusoe era sorpreso che i selvaggi avevano risparmiato la loro vita. Venerdi’ gli spiego’ che loro mangiavano solo quelli con i quali erano in guerra. Crusoe noto’ la nostalgia che Venerdi’ provava verso il suo popolo e la casa e per un po’ fu geloso perche’ credeva che Venerdi’ lo avrebbe lasciato e dimenticato, ma piu’ tardi Venerdi’ confermo’ di essere un amico estremamente fedele e leale.
Sedicesimo atto
Crusoe decise di costruire una nave per lui e Venerdi’ per raggiungere la terra nativa di Venerdi’. Inizialmente Crusoe aveva intenzione di aiutare Venerdi’ a tornare a casa e poi continuare per la propia strada, ma Venerdi’ espresse una forte insoddisfazione all’idea di separarsi da lui. Lavorarono sulla nave per un mese e ci vollero due settimane per arrivare in acqua. Gli servirono altri due mesi per costruire l’albero di mezza e le vele. Venerdi’ rimase molto sorpreso per quello che Crusoe aveva costruito e presto’ capi’ anche come funzionavano. Passarono 27 anni da quando Crusoe arrivo’ sull’isola, anche se gli ultimi tre anni trascorsi con Venerdi’ non li doveva contare perche’ erano differenti. I due dovettero aspettare fino alla fine di novembre, fino a quando il tempo’ non si stabili’ e passo’ la stagione delle pioggie. Dopo di cio’ iniziarono a prepararsi per il viaggio. Mentre Venerdi’ cercava delle tartaruge e uova noto’ tre canoe vuoti sulla riva e torno da Crusoe molto turbato. Crusoe e Venerdi’ si armarono e si incamminarano verso i selvaggi. Crusoe era pieno di rabbia perche’ i selvaggi stavano preparando il loro rituale canibale e decise di ammazarli tutti, mentre Venerdi’ era pronto a seguirlo. Poi Crusoe penso che lui non aveva motivo di interferire nei loro affari. Ma poi vide che uno dei prigionieri era bianco a la su rabbia si svelgio’ di nuovo. Prima li attacarano con i fucili da lontano, poi avevano usato anche i coltelli. Riuscirono ad affrontare la maggior parte, mentre li aiuto’ uno spagnolo il quale avevano risucito a liberare tra altri quattro selvaggi che fuggirono in canoa.
Nel canoe che era rimasto trovarono un altro prigioniero che era legato e fortemente scioccato. Alla fine risulto’ che lo era il padre di Venerdi’. Crusoe ospito’ i due prigionieri e con l’aiuto di Venerdi’ costrui’ una tenda vicino alla loro e li diede da mangiare. I quattro selvaggi che erano riusciti a fuggire diffusero la voce di quello che era successo sull’isola. Rimasero terrorizzati dagli spari propio come Venerdi’ la prima volta, infatti non tornarono piu’ sull’isola.
Diciasettesimo atto
Rinviarono il viaggio verso casa quando lo spagnolo gli racconto’ che sedici suoi conterranei ed alcuni portoghesi erano nella loro stessa posizione. Non avevano molto cibo e risorse per una vita normale. C’era un altro motivo per il quale Crusoe non volela intraprendere il viaggio. Non voleva rischiare di essere consegnato all’inquisizione quando arrivavano in Spagna. Lo spagnolo era convinto che non poteva accadere una cosa del genere perche’ i naufragi non lo avrebbero mai permesso. Lo spagnolo lo consiglio’ di rinviare il viaggio per almeno sei mesi perche’ non avevano abbastanza riserve di cibo per tutti.
Crusoe era stupefatto dallo Spagnolo e dai i suoi consigli. Espansero la terra. Iniziarono a lavorare sulla barca. Decisero anche di spargere il creggio e infatti catturarono una ventina di capre. La semina aveva avuto successo e infatti raccolsero tutto che avevano piantato.
Lo spagnolo e il padre di Venerdi’ si avviarono verso i naufragi per riunirsi tutti e intraprendere il viaggio verso casa. Non tornarono per otto giorni. Venerdi’ noto’ una nave, ma presto si rese conto che poteva essere solo un nave inglese. Crusoe gli sorvegliava. Avevano tre prigionieri che avevano lasciato legati quando si incamminarono ad esplorare l’isola. Quando fu notte, Crusoe si avvicino’ ai tre prigionieri di cui uno era il comandante della nave. I marinai si ribellarono e imprigionarono lui, il suo ufficiale e un passegero. Crusoe dette i due fucili al capitano per attacare i marinai. Uccisero i due che avevano guidato la rivolta, gli altri si erano pentiti e si fecero catturare.
Diciottesimo atto
La nave si avvicino’ alla riva per ricoverare la barca. Spararono piu’ volte, ma quando videro che la barca non si muoveva, ne mandarano una nuova con una dozzina di marinai. Crusoe e il Capitano avevano osservato tutto di nascosto. Le persone catturate dalla prima imbarcazione portarono nel bosco e le sistemarono nella grotta in modo che non potessero essere aiutate a liberarsi. I tre si unirono a Crusoe e al Capitano. Qundi erano sette uomini armati contro dieci. Quando videro la barca vuota, spaventati e confusi, decisero di diregersi verso essa per avvertire gli altri che tutti quelli che erano sulla barca erano uccisi. Ma cambiarono idea. Sette di loro rimasero sulla costa per cercare le persone della prima barca, mentre gli altri tre si avviarono verso l’argine. Si fece gia’ notte, ma nulla cambio’. Se rinunciavano alla ricerca. Crusoe e il Capitano non potevano occupare la nave e cosi’ Crusoe ordino’ a Venerdi’ e all’ufficale del capitano di convocare i marinai dalla costa. I marinai credevano di essere stati chiamati dai loro amici e corsero incontro a loro, ma questo era solo un modo per abbaterli piu’ facilmente. Il capitano trattava con i prigionieri che credevano di essere in conflitto con un governatore che comandava un esercito di cinquanta persone perche’ li avevano attacati di notte. Il Capitano offri’ a loro di prendere parte alla conquista della nave, altrimenti sarebbero stati mandati in Inghilterra e impiccati li’. I prigionieri accettarono l’accordo. Il capitano, l’ufficiale e altri marinai si incamminarono verso la nave. Verso le due di mattina la nave fu da loro. Crusoe il giorno dopo era felicissimo e infatti aveva bisogno di un po’ di tempo per riprendersi.
Dicianovesimo atto
Dopo ventotto anni, Crusoe finalmente lascio’ l’isola. Nel 1667 arrivo’ in Inghilterra dopo un’assenza di trentacinque anni. Ando’ a Yorkshire, ma i suoi genitori erano gia’ morti. Aveva incontrato due sorelle e i figli del fratello. La sua famiglia pensava che lui fosse morte e infatti non gli avevano lasciato nulla della sua eredita’. Aveva una piccola proprieta’, ma sapeva che non li sarebbe bastata per una vita normale. Decise di andare a Lisbona per controllare la sua propieta’ e fu accompagnato dal suo fedele amico Venerdi’. Incontro’ un capitano che lo aiuto’ ad informarsi sulla sua proprieta’ in Brasile. Il capitano da un po’ non si impegnava piu’ negli affari marittimi e non era stato in Brasile da diversi anni, ma un suo amico si prendeva cura della tenuta di Crusoe. Lui poteva riprendersela perche’ era tutto ben contratto prima del suo primo viaggio. Il capitano volela restituire una parte del denaro che aveva usato perche’ era stato comissionato, ma Crusoe si ricordo’ quanto il capitano lo aveva aiutato e non volle accettare nulla da lui. Quando richiese il suo diritto di propieta’, non ebbe nessun problema. Dopo sette mesi ricevette una lettera dai figli dei direttori mercantili con i quali aveva firmato il contratto. Gli mandarono tutti i conti e i soldi, ma anche dolcetti e zucchero. L’amico che si preoccupava della sua proprieta’ gli si rivolse anche. Era felicissimo quando scopri’ che Crusoe era ancora vivo. Gli scrisse come progredisse la piantagione e gli anzi invio’ dei regali. Crusoe possedeva una tenuta in Brasile che gli proccurava un buon reddito ogni anno. Aiuto’ il capitano, gli restitui’ i soldi, e si impegno’ a mandargli una certa somma ogni anno. Aiuto’ anche la vedova a Londra che lo aiutava a mantenere la sua tenuta. Aveva anche invitato un centinaio di sterline alle sorelle. Quando risolvette tutto, era pronto per il viaggio, ma questa volta non tramite il mare.
Ventesimo atto
Alla fine si sono riuniti in quindici per intraprendere il viaggio. Durante il cammino cadde la neve e Venerdi’ era sorpreso perche’ non l’aveva mai vista prima e Crusoe non la sopporto’ facilmente siccome aveva trascorso piu’ di vent’anni su un’isola dove il clima era estremamente caldo. Una parte del viaggio provava ad attraversare dei boschi e infatti loro presero una guida. Durante la notte loro cavalcarono, fino a quando la loro guida non fu attacata da due lupi. Uno attacco’ il cavallo e l’atro l’uomo. La guida chiese aiuto e visto che Venerdi’ era stato il piu’ veloce, senza paura sparo’ alla testa di un lupo, mentre l’altro invece spaventato fuggi’. Presto ebbero un altro incontro interessante con gli animali della foresta, questa volta con un orso. Venerdi’ era esultato e infatti chiese a Crusoe se gli facesse giocare un po’ con l’orso per poter cosi’ divertirsi un po’. Corse verso l’orso e lo colpi’ con una pietra per far si’ che l’orso iniziasse a rincorrerlo. Venerdi’ si arrampico’e inizio’ a saltare e scuotere il ramo. Dopo essersi divertiti con l’orso, continuarono il viaggio perche’ dovevano passare atraverso un’altra zona pericolosa. Sulla strada si trovava un gran branco di lupi. Si strinsero l’un l’altro per rendere piu’ facile la difesa. Si nascosero dietro alcuni alberi e iniziarono a sparare contro i lupi. Uccisero una trentina di lupi e quando erano finalmente liberi, proseguirono il viaggio. Alla fine Crusoe decise di vendere la sua piantogione. Per qualche tempo visse tranquillamente. Si prendeva cura dei suoi due nipoti e piu’ tardi si sposo’ e ebbe due figli.
Personaggi: Robinson Crusoe, Venerdi’
Analisi dei personaggi
Robinson Crusoe – il personaggio principale, ma anche il narratore della storia. La personalita’ di Crusoe cambia sopratutto quando fini’ sull’ isola deserta. Quando era piu’ giovane il suo desiderio piu’ grande era di viaggare ed era constantemente in conflitto con i genitori che ritenevano che dovesse essere grato per quello che aveva. Il padre era riuscito a calmarlo, ma non per molto. A convinzione di un amico, decise di partire per Londra, e cosi’ inizia la sua vita avventuriera. A Crusoe capitano vari incidenti durante il viaggio. Incontro’ un capitano eccezionale che lo aiuto’ ad arrivare in Brasile, dove inizio’ a coltivare zucchero.
Intraprese un altro viaggio per sottrarre gli schiavi. Questo viaggio lo porto’ all’ isola deserta. Ha cercato in ogni modo di sopravvivere, ma anche di rimanere mentalmente stabile. Le abitudini e il lavoro constante lo aiutarono a mantere la mente sana. Cercava sempre di ricordarsi che esistevano persone che stavano peggio di lui. L’unica cosa che gli mancava erano gli amici. Con molta forza e pazienza Crusoe alla fine riusci’ a sopravvivere. Fu aiutato molto da Venerdi’, il prigioniero dei selvaggi che aveva liberato.
Venerdi’ – un aborigino che Crusoe salvo’ dai cannibali. Infatti diventa l’accompagnatore di Robinson sull’isola deserta. Venerdi’ era una ragazzo forte e simpatico. Sebbene Crusoe lo considerasse un selvaggio, non c’era nulla di barbaro in esso. Era molto mascolino, ma gentile. Pronto ad imparare, e siccome era acuto, senza problema compieva tutti i lavori che Crusoe gli assegnava. Era intelligente e infatti aveva messo in discussione alcuni standard occidentali che Crusoe voleva insegnargli.
Venerdi’ non intendeva le regole del mondo occidentale. Lui credeva nelle leggi della natura. Venerdi’ per Crusoe era come la voce di ragione che metteva in dubbio tutto quello che Crusoe gli insegnava. Attraverso Venerdi’ l’autore ha espresso i suoi sospetti sulla civilta’ occidentale e ha fatto anche delle critiche.
Venerdi’ era un ragazzo buono, non cosi’ duro come si sarebbe aspettato. Era fedele. Soccoreva Crusoe ogni volta che ne aveva bisogno, anche nelle situazione piu’ difficili. Alla fine arrivo’ con Robinson al Occidente, ma ebbe difficolta’ ad addatarsi.
Daniel Defoe biografia
Daniel Defoe era un romanziere, giornalista, scrittore di viaggio e mercante. Naque nel anno 1660 in Inghilterra e mori’ nel 1731. Era figlio di un piccolo artigiano, di nome James Foo. Lui aggiunse “De” al cognome per far si’ che suonasse piu’ nobile e sperando che lo avrebbe aiutato a progredire nella societa’.
Defoe fino ai tredici anni fu stato educato a casa, dopo presso l’academia di Charles Morton. Sapeva parlare latino, greco, spagnolo, francese, olandese e italiano. Sebbene il servizio del sacerdozio fosse destinato a lui, inizio’ a dedicarsi al commercio. Nel 1684 si sposo’ Mary Tuffley, una ricca erede con la quale ebbe sette figli.
Durante la sua vita, Defoe si occupo’ di calze, vino, tabacco e altri beni. Partecipo’ a diverse rivolte e rivoluzioni. Nel 1692 ebbe un tracollo e allora inizio’ a lavorare come spia per l’Inghilterra e la Scozia. A causa della sua natura ironica verso le persone di religione diversa, fini’ in prigione per un certo periodo e fini’ anche legato alla colonna della vergogna. A causa della sua permanenza in carcere, ebbe un tracollo di nuovo.
Inizio’ a scrivere nel 1697 quando’ usci’ il suo libro, ” La via piu’ breve per i dissenzienti”. Il periodo nel quale aveva pubblicato il suo romanzo piu’ famoso, ” Robinson Crusoe”, era il piu’ produttivo. Piu’ tardi pubblico’ “Memorie di un cavaliere”, “Le avventure del capitano Singleton” e nel 1722 “Il colonnello Jack” e “Moll Flanders”.